(Corriere dello Sport-G.D’Ubaldo) Lo scudetto del campionato 2005-2006 è stato tolto alla Juventus e assegnato all’Inter, ma il procuratore federale Palazzi ora ha fornito nuovi elementi di giudizio:
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«Roma, lo meritavamo noi!»
(Corriere dello Sport-G.D’Ubaldo) Lo scudetto del campionato 2005-2006 è stato tolto alla Juventus e assegnato all’Inter, ma il procuratore federale Palazzi ora ha fornito nuovi elementi di giudizio:
anche l’Inter ha avuto comportamenti illeciti per interessi di classifica. Quel campionato, stravolto da Calciopoli, ha visto ribaltare la graduatoria dalle sentenze della giustizia sportiva. La Roma, che concluse al quinto posto, si ritrovò seconda dietro l’Inter. Ma oggi, con le conclusioni di Palazzi sull’Inter, quello scudetto poteva essere della Roma. Ormai è tutto caduto in prescrizione, sono passati più di cinque anni e c’è il ricordo sbiadito della prima Roma di Luciano Spalletti, che collezionò il record di undici vittorie consecutive, che fece commuovere Franco Sensi e conquistò i tifosi. Che perse a metà campionato Francesco Totti per un grave infortunio e che giocò quasi tutto il girone di ritorno senza un centravanti. Una Roma fiera, che non aveva potuto operare sul mercato per il divieto imposto dall’affare Mexes, ma che cominciava a farsi apprezzare per la qualità del gioco, che diventò poi il marchio di fabbrica della gestione di Spalletti. UN SALTO INDIETRO - Tornare indietro di cinque anni e pensare a uno scudetto comunque assegnato a tavolino in seguito a una sentenza sportiva fa riflettere. L’ex presidente Rosella Sensi ieri non ha voluto affrontare l’argomento. All’epoca non era ancora il numero uno della società, ma di fatto la gestiva in prima persona con il padre malato. Ha appreso la notizia dagli organi di informazione, cercherà di capirne di più anche parlando con i suoi avvocati. Oggi quella Roma non c’è più, spazzata via dagli ultimi accadimenti. Spalletti allena in Russia e da ieri la società giallorossa ha un nuovo presidente, l’avvocato Roberto Cappelli. Un po’ di rammarico resta a Bruno Conti, che di quella Roma è stato il direttore tecnico, fino alla scorsa settimana, mentre ora è tornato ad occuparsi esclusivamente del settore giovanile. Bruno Conti riflette e ripensa a quel gruppo, alla compattezza che aveva permesso alla Roma di pensare in grande pur essendo già in pieno autofinanziamento. «Quello scudetto lo avremmo meritato. Non voglio dire altro. Ma i ragazzi lo avrebbero meritato per come si sono comportati, per quello che hanno fatto vedere sul campo. Per carità, si tratta di un argomento delicatissimo, si parla di una sentenza del procuratore federale e della questione si deve occupare chi di dovere. Ma per quello che la squadra ha fatto, per il messaggio che ha dato in quella stagione così difficile, avrebbe meritato di vincere » . LA RINCORSA - Era stato proprio Bruno Conti a indicare Luciano Spalletti per la panchina della Roma. I primi anni del tecnico toscano sono stati molto positivi. L’allenatore di Certaldo in un Sampdoria- Roma si inventò il 4- 2- 3- 1 con Totti centravanti e da allora non è più tornato indietro. La svolta arrivò dopo la cessione di Cassano, passato a gennaio al Real Madrid. Il tecnico rilanciò Tommasi, reduce da un gravissimo infortunio. Quando Totti si infortunò, il 19 febbraio del 2006, in uno scontro con Vanigli durante Roma-Empoli, la rincorsa alle prime posizioni sembrava tramontata. Ma dal quarto posto, conquistato con le ultime due delle undici vittorie consecutive, la squadra giallorossa scivolò al quinto, scavalcata dalla Fiorentina di Prandelli. Calciopoli scoppiò alla fine di maggio, pochi giorni prima di cominciare l’avventura in Germania, che culminò con la conquista del titolo di campioni del mondo. Ma questa è tutta un’altra storia.
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