(Il Messaggero - M.Ferretti) - Stasera il Cagliari poi, fino al 16 febbraio, altre sei partite, quattro di campionato, una di Coppa Italia e una di Champions League.
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«Roma da scudetto»
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Stasera il Cagliari poi, fino al 16 febbraio, altre sei partite, quattro di campionato, una di Coppa Italia e una di Champions League.
Nell’ordine, il 27 contro la Juventus, quarto di coppa, il 30 in casa del Bologna, il 2 febbraio all’Olimpico contro il Brescia, il 6 a Milano contro l’Inter e il 12 il Napoli all’Olimpico prima dell’impegno europeo casalingo contro lo Shakthar Donetsk, il 16. Un vero e proprio tour de force, per la Roma; ma - per mille motivi - anche il momento decisivo della stagione. Dimenticare il derby e ripartire in campionato, ecco l’imperativo a Trigoria. «Io credo che la Roma sia attrezzata per lottare per lo scudetto con Milan e Inter. E’ difficile, ma a me le cose difficili piacciono; mi piace lottare e voglio che i miei giocatori la pensino come me. Io mi pongo l’obiettivo più alto che la squadra potrebbe raggiungere e lotto per quello. Poi vincerà il migliore, vincerà chi avrà avuto anche un pizzico di fortuna in più, ma voglio essere un pretendente. Per lo scudetto l’Inter è la squadra da battere, non me ne voglia il Milan. Leonardo ha ridato entusiasmo a tutto l’ambiente, si sono ripresi e ora punteranno il Milan. Noi dobbiamo metterci là in mezzo», il vigolettato di Claudio Ranieri, che ha chisto scusa a Edy Reja per una battuta post derby. Stasera (Olimpico, ore 20,45) c’è il Cagliari di Roberto Donadoni, cioè la squadra della cinquina in faccia di un girone fa. Ranieri dovrebbe mandare in campo dal primo minuto Totti, che sarà assente giovedì in casa della Juventus perchè ancora squalificato. «Vogliamo continuare a far bene per restare attaccati al carro principale. Daniele Conti? E’ un ragazzo che meritava un grande palcoscenico, non me ne voglia il Cagliari. E’ un grandissimo giocatore. Da Cagliari a Cagliari è passato un girone e siamo cambiati. Intanto spero prima di tutto di giocare undici contro undici. Donadoni sta facendo bene, ha cambiato poco, ha seguito la strada tracciata da Allegri e da Bisoli, i giocatori si trovano molto bene tra loro. Dovremo stare molto attenti; Cossu, per esempio, può fare la differenza. Roma poco costante? Credo che con il rientro di Pizarro tutte le pedine torneranno al loro posto e riprenderemo il filo del discorso che ora ci manca». Ma il cileno, prima dell’infortunio, non era finito tra le riserve? E ancora. «Le vittorie contro Cesena e Lazio sono state molto importanti. La Roma deve giocare sempre al cento per cento, contando sull’apporto della propria gente. Non dimentichiamocelo mai: quanto fatto l’anno scorso è stato possibile grazie al centoventi per cento dei ragazzi e grazie al sostegno meraviglioso del nostro pubblico. Noi siamo procacciatori di sogni, noi dobbiamo caricare il pubblico in modo che il pubblico ci dia quella spinta in più. Non ci posso fare niente se la gente è innamorata di allenatori che, pur vincendo poco, hanno fatto giocare bene la squadra: ritengo che la mia Roma abbia fatto ottime partite, ma qui si evidenzia solo se gioca male. L’anno scorso abbiamo portato ottantamila persone all’Olimpico perchè si divertivano». Divagazioni contrattuali, poi. «Io non sono per nulla preoccupato. C’è un contratto e lo devo rispettare fino all’ultimo. Non è che avere un allungamento di contratto mi fa lavorare di più. Io do sempre il massimo e l’ho sempre dato ovunque, figuriamoci a Roma. Io so che la Roma sta attraversando un periodo molto particolare della sua storia e so che se perde la testa l’allenatore potrebbe succedere un quarantotto. Io nella tempesta non perdo la testa perchè la Roma è la mia squadra del cuore. I cambiamenti societari, potrebbero modificare i miei progetti? Queste sono considerazioni che non mi spettano. Io faccio il mio lavoro e basta. Più di dire che l’anno scorso avevo altre offerte e sono rimasto qui... Sono tornato a Roma dopo trentacinque anni e vorrei rimanerci più a lungo possibile. E’ possibile, non è possibile? Non è facile stare qui, ma a me intriga molto». Finalino. «Mi manca vincere qualcosa, qui a Roma. Fare più punti di tutti nell’anno solare è solo una presa in giro... Io voglio fare più punti di tutti in campionato».
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