rassegna stampa roma

«Roma, adesso ti faremo grande»

(Corriere dello Sport – P.Torri) Ladies and gentlemen,Tom DiBenedettoand Paolo Fiorentino.

Redazione

(Corriere dello Sport - P.Torri)Ladies and gentlemen,Tom DiBenedettoand Paolo Fiorentino.

Tut­ti insieme appassionatamente, per le prime parole da proprietari della Ro­ma, DiBenedetto in rappresentanza del sessanta per cento del gruppo america­no e come futuro presidente della Ro­ma, il dottor Fiorentino per il quaranta rimasto nella cassaforte di UniCredit, al termine di una trattativa che avreb­be demolito anche un caterpillar.

Siamo nello studio Bingham di Boston, roba da svenire. Del resto i legali americani che hanno rappresentato laDiBenedetto As Roma Llcsono gli stessi che, qualche anno fa, hanno curato la vendita dei Bo­ston Red Sox, la locale squadra di base­ball, un affare da seicento milioni di dollari, cifra che può dare bene l’idea di chi abbiamo di fronte. Siamo al tredice­simo piano (inizialmente doveva essere al trentacinquesimo ma non c’era uno spazio adatto a contenere le decine di giornalisti presenti, compresi alcuni delle tv americane), di uno dei non troppi grattacieli della downtown bo­stoniana, la vista sulla città non è nien­te male, l’atmosfera odora di soldi e professionalità. Tredici dei trentotto piani sono di proprietà dello studio Bin­gham, oltre seicento dipendenti, qual­che altro centinaio sparsi in altre sedi, segretarie improfumate e imbellettate che vanno e vengono, dipendenti che ci guardano come alieni arrivati chissà da quale altro pianeta, una maglietta della Roma incastrata sotto la decina di mi­crofoni posizionati al centro del lungo tavolo.

Mentre ci accomodiamo nella sala bianca con una parete di legno, al trentaquattresimo piano i protagonisti della vicenda stanno, finalmente, si­glando le firme sul passaggio di pro­prietà ( siamo intorno alla mezzanotte italiana), presente anche James Pallot­ta arrivato con una torta con sopra scrittoforza Romache l’imprenditore americano si è fatto preparare dalla so­rella che qui a Boston è proprietaria diuno dei ristoranti più famosi dove, per andarci a mangiare, pare che sia neces­sario accendere un mutuo. ECCOLI -C’è stato bisogno di un’attesa di un’altra manciata di minuti, poi alle di­ciotto e cinquantacinque americane, aggiungete sei ore per l’Italia, ecco a voi Tom DiBenedetto e Paolo Fiorenti­no. Al tavolo hanno preso posto i due protagonisti, il dottor Renato Vichi, ca­po delle relazioni esterne di Unicredit, Tullio Camiglieri e Franco Spicciarello dell’Open gate, la società che cura le pubbliche relazioni per l’imprenditore americano.

Il quale ha cominciato subi­to a parlare, regalando una battuta sul­la sua Boston:«Grazie a tutti, spero che passiate un buon fine settimana, man­giate pesce, qui che è buonissimo».Poi l’annuncio (ore 00.57):«L’affare è con­cluso, aspettiamo solo di espletare le altre vicende regolamentari(antitrust, Opa, assemblea dei soci, ndi).La nego­ziazione è stata lunga e difficile, ma non ho mai avuto il dubbio di mollareper una cosa grande come è grande la Roma. Ero determinato a superare tut­ti gli ostacoli, ci siamo riusciti grazie anche alla pazienza dei miei soci e di UniCredit », Subito dopo si è cercato di avere qual­che anticipazione sulla Roma del futu­ro. Mister DiBenedetto ha glissato pre­ferendo rispondere al nostro presiden­te del consiglio che qualche giorno fa gli aveva spedito il suo benvenuto:«So­no molto grato al presidente Berlusco­ni per le parole avute nei nostri con­fronti, il nostro obiettivo è quello di ave­re lo stesso successo che lui ha avuto con il Milan. Da Boston vorrei portare a Roma Fenaway Park, lo stadio dei Bo­ston Red Sox; da Roma qui a Boston vorrei trasferire il Colosseo, sono due stadi che mi hanno fatto sempre sogna­re, sono due straordinarie bellezze. Non mi aspettavo così tante aspettative in­torno a questo affare. Sapevo della grande passione dei romani e romani­sti: io condivido questa passione, non ho mai giocato, ma mio padre quando siè trasferito qui ha giocato a pallone tra i professionisti, così come hanno fatto i miei figli. Con l’entrata in vigore del fair play finanziario, sarà fondamentale se­lezionare, scegliere e comprare i mi­gliori giovani al mondo. Per questo sa­rà fondamentale avere grandi e compe­tenti manager in grado di lavorare al meglio. Vogliamo che la Roma diventi una squadra ambita da tutti i migliori giocatori. Amo tremendamente Roma, volevo assolutamente concludere que­st’affare. Mio padre è stato sempre un grande innamorato dell’Italia e ora so­no davvero felice di aver concluso que­st’operazione». PARLA FIORENTINO -La parola, ora, al dot­tor Paolo Fiorentino:«E’ stata un’ope­razione che ha avuto bisogno di molti confronti. Volevamo trovare per la Ro­ma un partner che potesse valorizzare la società che ha un brand di altissimo livello, crediamo che questa sia un’apertura straordinaria per il calcio italiano. Ci sono grande idee per valo­rizzareil marchio, siamo felici di asso­ciarci a un grande gruppo di america­ni che nel loro dna hanno un forte sen­so delle loro radici italiani. Siamo mol­to contenti e speriamo di dare alla cit­tà uno riscontro positivo. C’è l’interesse ad ampliare la rosa degli investitori. C’è l’intenzione di farlo, in Italia c’è grande interesse sulla Roma, con Tom valuteremo quali sono gli investitori che possono dare valore all’asset Ro­ma. Noi siamo partiti con questo pro­cesso in totale condivisione con la fami­glia Sensi, con il supporto di Rothschild che ha sondato il mercato internazio­nale, intendo tutto il mondo. Abbiamo verificato i potenziali investitori, c’è stata una short list, poi abbiamo dato l’esclusiva a Tom e ai suoi soci perché li abbiamo ritenuti i migliori. Credo che il processo sia stato gestito nel miglio­re dei modi, anche se è chiaro che l’in­teresse che c’è intorno alla Roma ha creato aspettative premature». E poi tutti via con un Forza Roma che davvero non poteva mancare.