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L'argentino «attapirato»: “Certe cose non devono uscire”

(Il Tempo – M.De Santis) – Furioso, sgridato, esiliato, pentito, punito dall’allenatore, perdonato dai compagni e, per finire, pure «attapirato».Difficile che Pablo Daniel Osvaldo possa dimenticare questi giorni (e la settimana...

Redazione

(Il Tempo - M.De Santis) - Furioso, sgridato, esiliato, pentito, punito dall'allenatore, perdonato dai compagni e, per finire, pure «attapirato».Difficile che Pablo Daniel Osvaldo possa dimenticare questi giorni (e la settimana non è ancora finita).

Dopo il cazzotto a Lamela, le scuse, il castigo decretato da Luis Enrique e la cena della pace, ieri è stato il turno del «Tapiro d'oro» di Striscia la Notizia. «Sono molto dispiaciuto per quello che è successo - ha detto il fumantino bomber italo-argentino a Valerio Staffelli - ma era una cosa che doveva rimanere all'interno dello spogliatoio. Dopo cinque minuti, però, mi ero già pentito e ho chiesto scusa a tutti. Erik, d'altra parte, è un bravissimo ragazzo e un calciatore fortissimo. Ora è tutto finito, spero solo che non se ne parli più». Un bacio al «Tapiro» e arrivederci a oggi a Trigoria, quando Osvaldo riprenderà ad allenarsi (e sotto sotto a sperare in una piccola amnistia per Firenze) con i commensali di martedì sera. Le cronache della cena a «Casa Novecento», organizzata da Totti e Borriello e pagata dal secondo, narrano di una squadra al gran completo in un sala riservata al piano superiore del locale, di un clima particolarmente festoso, di nessun muso lungo, di qualche brindisi, di un menù omnicomprensivo e di orari eccezionalmente, visto il mercoledì di riposo, un pochino più «spagnoli» del solito. Luis Enrique capirà.