(Corriere della Sera - G.Piacentini) - «Il panettone e il pandoro l'abbiamo mangiato, e in tanti avevano detto che non ci sarei arrivato». È soddisfatto Luis Enrique perché ha avuto le risposte che aspettava.
rassegna stampa roma
La vendetta di Lucho «Mangio il pandoro»
(Corriere della Sera – G.Piacentini) – «Il panettone e il pandoro l’abbiamo mangiato, e in tanti avevano detto che non ci sarei arrivato». È soddisfatto Luis Enrique perché ha avuto le risposte che aspettava.
Alla vigilia aveva chiesto alla Roma la stessa intensità e le motivazioni messe in mostra col Napoli e con la Juventus. «È stata la gara più completa di questa squadra. C'è stato grande equilibrio nelle due fasi, siamo entrati in campo nel migliore dei modi e abbiamo avuto tante palle gol». Dopo tanti esperimenti Lucho sembra aver trovato la quadratura del cerchio. «Non è la squadra base perché mancavano tanti giocatori. Per me è più importante la rosa, ci sono giocatori che hanno dimostrato di poterci stare: l'esempio è Fabio Simplicio, il lavoro ti dà la possibilità di entrare nella squadra titolare». (...)
Totti è rimasto ancora una volta a secco, ma non può essere un caso che da quando è tornato titolare la Roma ha ricominciato a girare. «Con Francesco ho un rapporto speciale, lui non è mai stato un problema per me. Faccio sempre quello che credo sia meglio per la squadra, cerco di far capire a tutti che i grandi campioni fanno parte di una squadra. Quando i giocatori pensano tutti allo stesso modo è più facile fare risultato». La pensa così anche lo stesso Totti. «Mi manca il gol, ma quando ci sono queste prestazioni va bene lo stesso. L'importante è vincere, il gol arriverà sicuramente, non è un'ossessione. Mi sto mettendo al servizio della squadra come ho sempre fatto. Questa squadra ha grandi prospettive per il futuro, credo che abbiamo disputato la miglior partita della stagione, abbiamo gestito bene la situazione, siamo stati superiori in tutto. L'ho detto dopo Napoli, se continuiamo con questo spirito e questa cattiveria possiamo arrivare veramente lontano. Il mister vuole tanto possesso palla e verticalizzazioni, ho più facilità a mandare in gol i miei compagni. Il rigore sbagliato con la Juve? Il più dispiaciuto ero io. Non ho mai pensato di andare via, mi è dispiaciuto essere contestato davanti ai miei figli ma il capitolo è chiuso». (...)
© RIPRODUZIONE RISERVATA