(Corriere dello Sport - L.Cascioli) Davanti al ventiduesimo presidente della storia giallorossa, il laboratorio- Roma compie una decisa avanzata di massa verso l'obiettivo di diventare una squadra.
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La Roma più bella non si è ancora vista
(Corriere dello Sport – L.Cascioli) Davanti al ventiduesimo presidente della storia giallorossa, il laboratorio- Roma compie una decisa avanzata di massa verso l’obiettivo di diventare una squadra.
Aveva sino a ieri un gioco velleitario, assolutamente privo di profondità. Ed ecco i centrocampisti effettuare tagli e affondi come non mai. I giallorossi erano sempre latitanti in area di rigore avversaria, ed ecco Bojan ed Osvaldo occupare ripetutamente le più avanzate posizioni offensive, con affondi che portano al gol. Sono progressi che, se confermati, preludono all'attesa trasformazione della squadra e del gioco. Molti tifosi che avevano accolto con entusiasmo il nuovo corso diranno adesso di aver sempre saputo che sarebbe giunto questo momento. Ed è giusto così. I tifosi hanno il dovere di credere, di avere fiducia, di affidare le speranze all'ottimismo. Il loro è un atto di fede. La critica ha invece il dovere di osservare e di analizzare, di dubitare, di usare la frusta. Quello che esercita è il diritto di esame. E a volte non è sufficiente riferire la verità, ma bisogna arrivare a sezionarla. E allora proviamo a sezionare anche questa bella e corroborante vittoria contro la squadra del momento. Si è vista in campo la Roma più bella dall'inizio di stagione, ma ancora psicologicamente troppo volubile. Ci sono molti difetti da limare, specie in difesa, nel dominio delle palle alte. Sotto questo profilo Kjaer è una garanzia, ma Heinze è di una importanza fondamentale nel saper guidare il reparto e Burdisso possiede l'agilità indispensabile per ricucire gli spazi brevi. Anche José Angel va rieducato in fase di copertura, mentre è sicuramente merito dell'allenatore la scelta di Rosi, autentico dominatore della fascia destra. Nel processo di trasformazione del gioco e della squadra merita un posto di primissimo piano Totti, che ha finalmente compreso di poter dare spettacolo come perno centrale di tutta la manovra. E' un ruolo che gli si addice per diritto di classe e di primogenitura e che gli garantisce una veste da protagonista anche nella Roma del futuro. Per lui comincia a non contare più tanto il gol, quanto la tecnica, il piacere di battersi e di fungere da punto di riferimento per tutti i suoi compagni di gioco.
Il tanto atteso Bojan ha finalmente rappresentato una eccitante novità, sia per aver saputo realizzare un gol da autentico fuoriclasse, sia per i movimenti offensivi, sempre molto efficaci. Infine Simplicio, che sembra integrarsi a Pjanic e alla manovra di centrocampo quasi in virtù di una meccanica segreta ( o magia sinergica). Con il suo atteggiamento grintoso ha conferito più robustezza al reparto e con il suo dinamismo sa dare al gioco la necessaria profondità, senza mai strafare. Contro l'Atalanta è rimasto a lungo dietro le quinte, per poi balzare improvvisamente alla ribalta al momento più opportuno. Una bella rivincita per chi non era stato neppure portato in ritiro. E una bella dimostrazione di lucidità e di onestà intellettuale da parte dell'allenatore che, sorprendendo tutti ha voluto dargli fiducia. Una citazione particolare la merita Pizarro. Con l'uscita di Totti gli è stato affidato un compito che gli imponeva di entrare due volte nel ruolo, come parte in causa e come tutore della squadra. Non doveva lasciarsi vincere dal desiderio di imitare il capitano. Gli è bastato imitare Pizarro, che in quanto a cifra di classe e di esperienza è una garanzia.
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