rassegna stampa roma

La Roma americana cerca un socio in Cina

(Il Tempo) – L’assemblea dei soci di ieri, movimentata e a tratti surreale per toni e contenuti, ha approvato il bilancio chiuso al 30 giugno 2011 con un passivo di 30,5 milioni, ratificato la carica del presidente Thomas DiBenedetto,...

Redazione

(Il Tempo) - L'assemblea dei soci di ieri, movimentata e a tratti surreale per toni e contenuti, ha approvato il bilancio chiuso al 30 giugno 2011 con un passivo di 30,5 milioni, ratificato la carica del presidente Thomas DiBenedetto, eletto il cda e consiglio sindacale, e stabilito i relativi compensi complessivi per 1 milione e 280mila euro.

Inoltre ha permesso a Franco Baldini di annunciare i progressi sul contratto di De Rossi. Martedì scorso a Firenze il dg ha incontrato il procuratore Sergio Berti, l'intesa è vicina: la Roma si è convinta ad alzare l'offerta e il centrocampista a venire incontro a sua volta alle esigenze di cassa. «Ci sono stati un paio di appuntamenti - conferma Baldini - ed entro un paio di settimane ci saranno novità». Ovvero l'annuncio della firma fino al 2016. Fuori dall'assemblea il vice-direttore generale di Unicredit Paolo Fiorentino si è spinto più là nel tempo, confermando le trattative per l'ingresso nel club di una società cinese che opera nel turismo con fondi statali. «Sia ad Unicredit che ai nostri amici americani - dice Fiorentino - piacerebbe avere tra gli azionisti anche un gruppo cinese. In questo modo avremmo maggiore apertura su altri mercati».

La banca ha diritto a cedere fino al 35% della sua quota (ora è al 40%) detenuta nella controllante (Neep) del club entro marzo 2012 a un partner italiano ma i contatti con vari imprenditori romani (Toti in primis) non hanno portato a granché. Per questo Unicredit continua a tenere viva l'ipotesi asiatica, che potrebbe poi aprire a ben più importanti accordi della banca con la Cina. DiBenedetto, da par suo, si è limitato ad assicurare ai soci che «c'è una grande sinergia con Unicredit» e che insieme «stanno lavorando duramente per rendere la Roma più forte». Lo ha ripetuto anche in serata al sindaco Gianni Alemanno, ospite della cena organizzata ai Parioli a casa dell'avvocato Roberto Cappelli: doveva essere l'occasione per celebrare al gran completo l'ingresso degli americani nella Roma ma i soci di Mr. Tom, Pallotta, Ruane e D'Amore hanno preferito rinviare il viaggio nella Capitale. Alemanno, reduce dalla visita a Formello, ha dato appuntamento ai dirigenti (a cena c'era anche Baldini) tra due settimane a Trigoria per parlare ancora del nuovo stadio. «Solo quando lo avremo, la società trovera l'equilibrio finanziario, il break even, ma per ora non è stato ancora scelto un terreno» precisa l'ad Fenucci. Intanto il sindaco ha rinnovato gli auguri al neo-presidente giallorosso con una nota ufficiale. Oggi la prima riunione del nuovo cda stabilirà compensi e deleghe dei consiglieri.

A Tacopina e Cappelli andrà la carica di vice-presidente, a DiBenedetto gran parte del «gruzzolo» stanziato ma non è detto che verrà utilizzato tutto. Per far fronte alle perdite è pronta una prima ricapitalizzazione di 50 milioni, la successiva da 10 per il prossimo anno e ulteriori due tranche da 20 per un totale di 100 milioni. Ieri il capo del consorzio americano si è «sorbito» senza battere ciglio quasi cinque ore di assemblea, presieduta per questioni di lingua da Cappelli. Tante le critiche degli anziani azionisti alla gestione societaria passata e presente. Dopo momenti di tensione durante la pausa, le parole di Baldini hanno rassicurato i soci. «È positivo che la Roma con il Genoa non si sia accontentata del pari. Non si può chiedere di avere un atteggiamento per 85 minuti e giocare all'italiana per gli ultimi 5». Poi la tirata d'orecchio a Osvaldo: «Gli ho detto che abbiamo iniziato a perdere il derby quando ha mostrato quella maglia». Sul futuro: «Il nostro obiettivo è integrare i Primavera in una rosa di 18-19 elementi: volevamo farlo quest'anno». Infine stoccata a Menez e Vucinic: «Il francese venduto a poco? Uno se è sceicco (quello del Psg, ndr) non è detto che sia sciocco. È difficile cedere un giocatore a più di 15 milioni se lo vuole solo una squadra». Il caso di Vucinic: lo ha chiesto solo la Juve.