(Il Romanista - T.Cagnucci) Qui, proprio oggi s’inizia. Se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, questo è il primo giorno di una Roma mai vista prima: 25 agosto, ore 20.45.
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La più grande rivoluzione
(Il Romanista – T.Cagnucci) Qui, proprio oggi s’inizia. Se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, questo è il primo giorno di una Roma mai vista prima: 25 agosto, ore 20.45.
Molti storici potrebbero far partire l’inizio della rivoluzione da qui. Qui, in questo stadio Olimpico che non si riconosce, proprio oggi, il 25 agosto del 1960 cominciarono i Giochi Olimpici più belli di sempre e che cambiarono il volto dello sport. Il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi leggeva la rituale formula d’apertura, saliva l’inno di Mascagni, volavano 7.200 colombe e a Roma tutte le campane suonarono a festa. Din Don Dan. Bojan-Totti e Lamela quando sarà.
Per la prima volta la tv coprì tutte le gare e in tutta Europa, ci fu l’avvento dei cronometraggi elettrici, qui, proprio oggi si gettò un ponte verso lo sport moderno. La Roma proverà a fare di più. Sarà la sua Primavera di Bratislava. Il Barone De Coubertin realizzò il suo vecchio sogno («Desideravo Roma perché soltanto qui l’Olimpismo avrebbe indossato la toga sontuosa, tessuta d’arte e di pensiero di cui io, fin dal principio, volevo ammantarlo ») prima che il Barone Liedholm riuscì con la sua ragnatela a intessere persino una favola più bella. Là dove sfilava Abebe Bikila siederà Luis Enrique, che a Riscone correva a piedi scalzi. L’Arco di Costantino sta a Bucarest. Born to run.
Insieme verso il trionfo c’era scritto in Curva Sud. Se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno è perché Roma non finisce mai. Oggi, stanotte, si rigioca, si ricomincia e mai come stavolta è stato inizio. Falçao si presentò in una notte di San Lorenzo, stella cadente con una scia che potrai vedere sempre, questa Roma lo fa sfidando storia, leggi e forze di gravità, inghippi di potere, migliaia di invidiosi, milioni di gufi, tristi abitudini concettuali e sporche alleanze trasversali.
E’ bello sentirsi armati solo di mazzafionda per rompere i vetri del Palazzo del Potere. Ed è bello tifare per una società che è contro la Tessera del Tifoso e che sceglie come allenatore un ex giocatore straordinario, col fisico da smilzo, le idee di tutti i colori, e il profilo rivoluzionario. Un diesse che è un poeta dalla voce rotta dalla vita, un direttore generale per il quale è naturale accostare il Gabbiano di Cechov a un tiro lento di Lamela.
Che s’è ripreso come preparatore Franco Tancredi (Tan-cre-di, Tan-cre-di, Tan-cre-di). Che sta per rinnovare il contratto al giocatore più romanista di sempre. Che ha come capitano Francesco Totti. La fascia sta lì sul suo braccio, lui pure e ditelo agli scienziati che ne straparlano e anche a quelli del Cern di Ginevra che dicono di essere vicini a scoprire il Bosone di Higgs (un buon giocatore mi sa) cioè la cosìddetta “particella di Dio”.
Venite all’Olimpico. Il nostro primo giorno è una prima notte. Allora tutto è possibile. Arbitra un arbitro che è nato un 30 maggio degli Anni 80 e chissà che vuol dire (cose turche). Gli americani si presentano in una partita che vale l’Europa: sa di mondo, sa di tutto. Di Roma. "L’Europa per riprenderci la Storia", c’era scritto nell’84 in Curva Sud e sui muri di San Lorenzo lo trovi ancora. Questione di Geografia. Ecco la Roma è la vernice del tempo che al tempo resiste, soltanto che adesso c’è l’impressione di vivere il momento in cui hai il pennello o la bomboletta in mano.
Il futuro non è scritto. Dipingiamolo. A cinquant’anni esatti dal primo trofeo internazionale vinto da una squadra italiana, la Coppa delle Fiere, la Coppa Uefa, giochiamo questa Europa League (grazie per sempre a: Cudicini, Fontana, Corsini, Losi, Carpanesi, Pestrin, Orlando, Angelillo, Manfredini, Lojacono, Menichelli). Americana, asturiana, catalana, argentina, brasiliana... la Roma resta la Roma. Romana. La Roma è Roma e stasera gioca. Qui. Proprio oggi. Ed è un’emozione. La più grande rivoluzione.
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