Il rebus dell’ultima maglia

(Il Fatto Quotidiano - P. Ziliani) - Poco meno di 4 anni fa, il 29 luglio 2009, Francesco Totti festeggiava l’imminente rinnovo del contratto con la Roma (5 anni a 5 milioni netti a stagione) con un solenne ricevimento in Campidoglio, premiato dal sindaco Alemanno alla presenza di una delegazione di terremotati dell’Abruzzo. A presenziare, commossa, c’era Rosella Sensi, a quei tempi massimo dirigente della Roma, accompagnata da mamma Maria nonché dal marito, dottor Staffioli: “Grazie Rosella per aver creduto ancora una volta in me e aver prolungato il contratto – disse il capitano – speriamo di vederci ancora qui fra cinque anni”. Invece, di anni ne sono passati quattro, alla scadenza del contratto ne manca uno ma non tira aria di rinnovo, per Francesco: nemmeno di un anno.

Al punto che ieri, a Trigoria, nel giorno della presentazione delle nuove maglie della Roma – assenti Pallotta e Sabatini, i nuovi mammasantissima del club – alla domanda: “Francesco, com’è la maglia?”, Totti ha risposto: “Ne ho indossate tante, ma questa mi sa che è l’ultima”. Apriti cielo! Perché il capitano ha parlato così? Perché la nuova maglia è troppo brutta, dicevano i tifosi ottimisti; perché il contratto sta scadendo e nessuno glielo rinnoverà, ribattevano quelli scafati. Così è, probabilmente. Detto che il capitano, nei 4 anni appena trascorsi, si è guadagnato fino all’ultimo euro il ricco stipendio giocando addirittura oltre le aspettative, oggi siamo arrivati forse al passo d’addio. Pallotta, il mr. President che dopo il pranzo del 6 aprile aveva fatto intuire un possibile prolungamento di contratto (“Totti mi ha confermato per altri 2 anni”, scherzò), si è subito raffreddato. Nessuno lo vede mai e il solo dirigente con cui Francesco aveva avviato un discorso è Baldini, che oggi è a Londra e lavora per il Tottenham. [...]