(Il Romanista - D.Galli) È bene che il concetto sia chiaro alla squadra. A chi, perlomeno, pensa di restare a Trigoria anche la prossima stagione e non ha già preparato le valigie. Se la Roma non si qualifica per la prossima Champions League, sono dolori. O meglio, sono sacrifici. Ulteriori.
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Il quarto posto può valere trenta milioni
(Il Romanista – D.Galli) È bene che il concetto sia chiaro alla squadra. A chi, perlomeno, pensa di restare a Trigoria anche la prossima stagione e non ha già preparato le valigie. Se la Roma non si qualifica per la prossima Champions...
Sono lacrime e sangue per i futuri proprietari americani, ma lo saranno anche per giocatori e tifosi. Perché sì, mister DiBenedetto e i suoi tre soci Pallotta, Ruane e D’Amore si presenteranno in pompa magna staccando assegni. Ma i primi, i più consistenti, serviranno a lanciare l’Offerta pubblica di acquisto sulle azioni in possesso dei piccoli investitori. E poi a fare quella che tecnicamente si chiama ricapitalizzazione. In pratica, dovranno ripianare il buco che farà registrare il prossimo bilancio. Si parla di un deficit di circa 36 milioni di euro. E poi? E poi hanno previsto anche del cash per la campagna acquisti, certo. Ma il suo ammontare dipenderà - attenzione, questa è una certezza - da quello che combinerà la Roma nelle prossime sette giornate di campionato.
Ma quanto influisce sui conti della Roma la Champions League? Per saperlo basta consultare la relazione finanziaria annuale al 30 giugno 2010. Nel documento si legge: «I Ricavi di esercizio, al netto dei risultati della gestione operativa del parco calciatori, sono pari a 118,0 milioni di euro (141,2 milioni di euro, al 30 giugno 2009), in significativa flessione rispetto all’esercizio precedente, principalmente per la mancata partecipazione alla Uefa Champions League ed al venir meno dei relativi ricavi e proventi, allora conseguiti per 30,6 milioni di euro». Tradotto, anzi sintetizzato, aver preso parte all’Europa League - peraltro con esito fallimentare: eliminati ai sedicesimi dal Panathinaikos - e non alla Champions è costato alla Roma 30,6 milioni di euro. Per quanto sia affascinante quella che adesso chiamano Europa League, i proventi che possono derivare dalla Coppa Uefa non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli della Coppa Campioni. La Champions è davvero una miniera d’oro. E lo è a partire dagli spareggi di qualificazione, che la Roma sarebbe comunque costretta a disputare. Il doppio confronto assicura a ogni club 2,1 milioni. Passarlo diventa vitale. La qualificazione alla fase a gironi vale un bonus di 3,9 milioni. Prendete la calcolatrice, ora. Ai 3,9 milioni sommate i 550 mila euro per ogni partita giocata, che la Roma incasserebbe a prescindere dal risultato, più gli eventuali 400 mila euro per ciascun pareggio e (sempre eventuali) 800 milaper la vittoria. Nell’ipotesi sciagurata che la Magica arrivasse alla fase a gironi, e poi perdesse sempre, la società incasserebbe comunque almeno 10,3 milioni solo dai bonus. Eh già, perché bisogna sempre tenere in considerazione anche gli incassi casalinghi al botteghino e il market pool, ovvero quella fetta di torta del mercato dei diritti tv che finisce nelle tasche dei club e il cui valore è variabile (dipende da criteri legati anche all’appeal del campionato di appartenenza) ma pur sempre milionario. Nella stagione 2006/07, pur venendo eliminata al primo turno la Lazio incassò 16,4 milioni. Mentre un anno fa, tra bonus Uefa, biglietteria e market pool, vincendo la Champions l’Inter ha guadagnato circa 72 milioni di euro, di cui oltre 48 milioni(48.759.000, per la precisione) grazie ai premi Uefa. Messaggio per la squadra: sabato dovete battere l’Udinese. Adesso sapete perché.
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