rassegna stampa roma

Il gol di De Rossi vale oro

(Corriere dello Sport – A.Maglie) – Soffre nel finale, ma alla fine Montella porta a casa la prima vittoria del­la sua carriera. Un successo importantissi­mo per la Roma, che interrompe una serie negativa di quattro sconfitte ( Champions...

Redazione

(Corriere dello Sport – A.Maglie) - Soffre nel finale, ma alla fine Montella porta a casa la prima vittoria del­la sua carriera. Un successo importantissi­mo per la Roma, che interrompe una serie negativa di quattro sconfitte ( Champions League compresa).

Non è stata una partita facile perché il Bologna è squadra diverten­te, che gioca al calcio e che non rinuncia al­la fase offensiva, anzi. I ragazzi di Malesani hanno pagato l’errore di Casarini in fase di rinvio ma la Roma vista ieri è apparsa più solida che nel recentissimo passato. Il recupero di Pizarro non è stato irrile­vante nell’economia della prestazione. Il ci­leno ha giocato novanta minuti e la cosa sol­leva qualche interrogativo sul suo recente «assenteismo». Per Montella una iniezione di fiducia che può solo aiutarlo in questa av­ventura complessa. Ieri sera ha scavalcato la Juventus e il Palermo; con il Parma potrà provare a consolidare questo suo rilancio in campionato, nell’attesa di un evento felice nella trasferta di Donetsk. GUARITI E RITROVATI -C’era grande attesa per la prima formazione di Vincenzo Montella. E il neo-allenatore della Roma qualche sor­presa l’ha regalata. La più clamorosa, l’esclusione di Totti, lasciato in panchina (era in campo, invece, nei sedici minuti del 30 gennaio scorso). E poi Pizarro che sino a qualche giorno fa era ancora alla prese con misteriosi dolori, scomparsi improvvisa­mente grazie a terapie intensive. Come Laz­zaro, il cileno si è alzato e ha camminato, anzi ha corso: straordinario. Quindi Doni, riabilitato dopo l’esilio panchinaro. Infine il modulo con il ritorno a quello che tante gio­ie ha regalato alla Roma soprattutto negli anni di Spalletti. Dall’altra parte c’era, pe­raltro, un Bologna ridotto ai minimi termi­ni, privo degli squalificati Gimenez, Porta­nova, Moras e Perez, più gli infortunati Ga­rics (in tribuna con le stampelle), Ekdal e Britos parcheggiato in panchina ma ancora dolente per la frattura alla faccia rimediata contro il Catania. Una partita che ricomincia dopo venti­quattro giorni (con un calcio d’angolo, bat­tuto dal Bologna) è inevitabilmente altra co­sa, per le presenze, le assenze (a comincia­reda Ranieri) e le condizioni psicologiche (oltre che meteo: ieri non c’era la neve ma il freddo era polare). Da un punto di vista tattico, il Bologna ha evidenziato sin dai pri­mi secondi una certa vulnerabilità sul fian­co destro dove Casarini, nonostante l’aiuto costante di Meggiorini, faticava a tenere sotto controllo Vucinic. E di lì in effetti è ve­nuto il gol. Per sfortuna di Banti, a realizzar­lo ha provveduto il giocatore, De Rossi, per il quale sei minuti prima il Bologna e Male­sani avevano invocato l’espulsione per dop­pia amminizione. De Rossi, ammonito per un fallo su Ramirez, qualche secondo dopo interrompeva sulla trequarti bolognese una azione deviando volontariamente il pallone con la mano. Lo stadio ululava, il designato­re Braschi, in tribuna spiegava ( anche al presidente del Bologna) che la seconda am­monizione non ci stava perché l’azione non era pericolosa. Fatto sta che sei minuti dopo era proprio De Rossi a portare in van­taggio la Roma. Erroraccio di Casarini che si addormentava con il pallone tra i piedi in piena area (invece di spedirlo in tribuna). Travestendosi da Arsenio Lupin, glielo ru­bava Vucinic che lo appoggiava a De Rossi: conclusione fulminante, deviata da Cheru­bin, su cui Viviano non poteva proprio far nulla. CUORE BOLOGNA -La squadra di Malesani non è un cliente arrendevole, soprattutto dal punto di vista calcistico ha una logica, un senso. E quando alza i ritmi è in grado di mettere in difficoltà avversari anche tecni­camente più ricchi. Una cosa è certa: non si arrende. Lo ha fatto capire il tecnico rosso­blù poco dopo la metà della ripresa quando ha inserito Paponi e Siligardi e si è sistema­to in campo in maniera speculare rispetto alla Roma, con il primo a sinistra, il secon­do a destra e Di Vaio punta centrale (Rami­rez alle sue spalle). Pur non correndo parti­colari rischi, i giallorossi hanno cominciato a difendersi con un certo affanno. Il timore di compromettere il risultato induceva Montella a rinunciare a un centrocampista più bravo negli inserimenti offensivi come Simplicio per inserire uno più attento alla fase difensiva come Brighi. Ma nonostante il cuore del Bologna, ad andare vicinissimo al raddoppio era la Roma con Brighi.