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I gol in A ora sono 201: «Ed ero finito…»

(Il Messaggero) E’ la storia infinita di un campione senza età. E, arrivati a questo punto, anche senza limiti.

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(Il Messaggero) E’ la storia infinita di un campione senza età. E, arrivati a questo punto, anche senza limiti.

I suoi nemici (o semplicemente gli invidiosi?) hanno provato, e lo stanno facendo tuttora, a non riconoscere il suo talento cristallino, la sua immensa classe, il suo essere, ieri oggi e domani, un calciatore unico. Anche loro, però, saranno costretti, prima o poi, ad arrendersi all’evidenza, o alla Storia. Perché Francesco Totti, il più forte giocatore di tutti i tempi della Roma, ieri a Firenze, dove incredibilmente non aveva mai segnato, ha confezionato la seconda doppietta consecutiva, dopo quella firmata nel derby, arrivando a contare fino 201 reti in serie A. Tutte, ovviamente, con la maglia della Roma. Ora Robi Baggio, unanimamente considerato (a ragione) uno dei più grandi talenti mai espressi dal calcio italiano, è lontano soltanto quattro reti. E lì, dietro l’angolo. Siamo curiosi di vedere la faccia dei nemici (o degli invidiosi) il giorno in cui il capitano della Roma raggiungerà il Divin Codino. Di certo, anche in quell’occasione ci sarà chi, per non smentire se stesso oppure la Storia, troverà il modo per non riconoscere l’evidenza. Ma, si sa, Totti logora chi non ce l’ha... Un’impeccabile esecuzione dal dischetto poi una botta terrificante di destro in diagonale per salire a quota 201 gol, mentre l’intero stadio fiorentino (come al solito) lo insultava. Ma Totti ha fatto (come al solito) parlare il campo: altri due gol e tutti zitti, ammutoliti e pietrificati. Poi, attraverso internet, radio, tv e in sala-stampa, il capitano ha raccontato le sensazioni di una domenica davvero speciale.

 

«Aver superato i 200 gol in serie A conta molto perché arricchisce una bellissima carriera che ho voluto fortemente legare ad un’unica maglia: sono orgoglioso d’aver fatto questa scelta di vita. Fino ad un mese fa qualcuno mi dava per finito ma io sono sempre stato cosciente delle mie possibilità. Per l’attaccante fare gol è fondamentale e giocando più vicino alla porta avversaria le occasioni aumentano: è una posizione in cui mi trovo sicuramente a mio agio. Duecentouno gol e non mi fermo qui. Penso che Baggio posso raggiungerlo già in questo campionato: magari fino a poco tempo fa tutto questo era un sogno, adesso è un obiettivo concreto», il suo attacco. E ancora.

«Sono fiero di quello che ho fatto e, ripeto, non mi fermo qua. Cosa mi manca in carriera? Questo non sta a me dirlo, sarà la gente a giudicare se mi manca qualcosa o meno. Io cerco sempre di fare del mio meglio sul campo e di mettermi a disposizione della squadra. No, non era Ranieri il mio problema, con lui non ho avuto alcun problema, anzi, con lui ho sempre avuto un bellissimo rapporto. Poi, è normale che quando si cambiano gli allenatori si cerca sempre di trovare qualcosa di negativo. Purtroppo, quando le cose non vanno bene, il capro espiatorio è sempre l’allenatore, anche perché è l’unica persona che si può sostituire e così è stato. Ora con Montella sono cambiate tantissime cose, abbiamo ritrovato i risultati e soprattutto i miei gol».

 

Nove, in questo campionato. Quattro nelle ultime due partite. «Scherzando, prima della partita avevo detto che avrei segnato una tripletta, ma non sono riuscito a mantenere la parola... So già che adesso molte persone saliranno sul carro, ma chi vuole montare prego, si accomodi. Io faccio salire tutti, tanto il carro è grande... Fino a poco tempo fa non stavo bene con la testa, nel senso che trovarmi ogni volta la palla respinta o che usciva di mezzo metro non mi faceva stare bene. Ero condizionato, certo. Poi giocare lontano dalla porta era più difficile: adesso, lo ripeto, mi trovo a mio agio. Adesso ci ho preso gusto: quando si segna, è un momento positivo, si è sempre contenti. Come è cambiata con Montella la mia posizione in campo? Gioco più davanti alla porta avversaria e è normale che giocando in questa posizione riesco a gestirmi meglio, a restare in zona gol dando anche una mano al centrocampo. E pensare, lo dico un’altra volta, che fino a un mese fa mi davano per finito...».

Poi, sempre sorridendo. «Il nostro obiettivo è quello di arrivare tra le prime quattro. Il pareggio qui a Firenze è stato buono perché abbiamo saputo reagire anche se siamo andati due volte in svantaggio. Adesso occorre preparare al meglio il prossimo incontro che ci vedrà affrontare la Juventus: la nostra prospettiva, lo ripeto, è entrare tra le prime quattro, nella zona Champions League, e per riuscirci dovremo considerare decisive tutte le partite da qui alla fine del campionato. Il mio futuro? Ora non ci penso, ne riparleremo a giugno». Prima dei saluti, a Mediaset Premium un gustoso finalino da Franceschino, quello della tv, non da Francesco. Domanda: campionato riaperto dopo il ko del Milan? «Che ha fatto l’Inter?». Sono le due e mezza, deve ancora giocare... «Ah, gioca stasera?». No, gioca alle tre, ma è che la Roma ha giocato alla mezza... «E’ vero... Beh, aspettiamo allora il risultato dell’Inter prima di dire qualcosa». Impareggiabile. Unico.