(repubblica.it – M.Pinci) La preoccupazione confessata ieri da Luis Enrique, è anche quella dei dirigenti. Il pareggio con il Siena in casa, al termine di una gara in cui la vera Roma non si è vista mai o quasi, ha lasciato il segno.
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Fiducia a Luis Enrique “Ma bisogna crescere subito”
(repubblica.it – M.Pinci) La preoccupazione confessata ieri da Luis Enrique, è anche quella dei dirigenti. Il pareggio con il Siena in casa, al termine di una gara in cui la vera Roma non si è vista mai o quasi, ha lasciato il segno.
Preoccupazione e paura per i risultati che non arrivano, per una convinzione che il passare dei minuti sul campo non solo non aumenta, ma sembra soffocare. Anche per questo, il club - in attesa che da Londra possa far sentire la propria voce il suo più importante interprete - ha voluto ribadire al tecnico la fiducia. LUIS ENRIQUE PROVATO - "Siamo con te, lavora sereno". Non era necessario ribadirlo direttamente, perché a Luis Enrique arrivasse il messaggio. Ma nelle ultime settimane, l'astinenza prolungata da vittorie (nessuna dall'inizio di agosto ad oggi) e la fatica nel digerire i nuovi dogmi, hanno iniziato a farsi sentire per l'allenatore di Gijon, provato non poco da critiche e risultati. Per questo, prima dell'allenamento mattutino, Sabatini si è fermato qualche minuto con lui: battute, soprattutto, per provare a far scorrere la tensione accumulata dal tecnico anche nel corso della partita. Poi, nel pomeriggio, durante l'amichevole tra i giovanissimi della Roma e l'under 14 del Vegalta Sendai, anche l'a. d. Fenucci ha voluto parlare con lui: uno scambio di battute per ribadirgli il sostegno massimo al di là dei risultati, pur ammettendo che "C'è da migliorare, tanto e subito". Anche a costo di cambiare qualcosa. FIDUCIA DI CLUB E SQUADRA - Cambiare, ma senza farsi prendere dalla tentazione di stravolgere il progetto sportivo. Il pareggio interno di giovedì notte contro un avversario non certamente irresistibile, ha però messo la squadra di fronte a tutti i propri limiti: gioco scontato, scolastico, uno spartito asfittico in cui è mancata l'iniziativa dei singoli. Elementi su cui lavorare, e non poco, come ha spiegato l'allenatore alla squadra oggi nel consueto colloquio del giorno dopo. "Ma i risultati arriveranno, dobbiamo solo continuare a impegnarci", la promessa di Luis a un gruppo che crede ciecamente nei metodi e nelle proposte della sua guida. Troppo, forse: si eseguono schemi e richieste, manca l'idea illuminante, la giocata rischiosa, come ha dovuto constatare di fronte ai suoi giocatori lo stesso tecnico.
ACCUSE - Su di lui pesano, però, anche altre accuse: incomprensibili le scelte di Perrotta esterno destro, seppur in una difesa molto elastica. La volontà di insistere su un Osvaldo che, a parte il gol, continua a deludere, lasciando inizialmente fuori Borini, tra i migliori a Milano e anche ieri. La decisione di rinunciare ancora una volta a Bojan per tutti i 90 minuti, rimangiandosi la richiesta di prenderlo "a qualsiasi costo" dal Barcellona. Solo alcune delle domande che si pongono in molti, aspettando una vittoria per scacciare i cattivi pensieri. "Non so quanto ci vorrà", sospira Luis Enrique. Che non farebbe fatica a sposare il pensiero espresso da José Angel sul proprio Twitter per descrivere la gara con il Siena: "Una vera sofferenza". Per ridare ossigeno al progetto sportivo, fischiato ieri anche dai 35 mila spettatori dell'Olimpico, servirebbe un messaggio diretto di chi a questa idea ha dato vita: Franco Baldini. Il 10 ottobre, giorno del suo (probabile) ritorno a Roma, sembra ancora troppo lontano.
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