(Il Romanista - D.Giannini)«E Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella olè». Il celebre coro lo intonavano i romanisti sugli spalti del Dall’Ara, ma non solo. Il motivetto frullava perla testa anche della maggior parte dei romanisti davanti alla tv.
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E Totti cantò: «Montella olè»
(Il Romanista – D.Giannini) «E Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella olè». Il celebre coro lo intonavano i romanisti sugli spalti del Dall’Ara, ma non solo. Il motivetto frullava perla testa anche della maggior...
Ma, cosa ancora più importante, c’era qualcuno che lo canticchiava seduto in panchina mentre il neo allenatore giallorosso veniva sommerso dai flash dei fotografi prima del fischio d’inizio della partita col Bologna. Quel qualcuno era Francesco Totti, il capitano che Montella aveva deciso di tenere, almeno in avvio, accanto a sé nel giorno del debutto. Il motivo? «Francesco sarà molto importante per noi - ha detto il tecnico a fine partita -, ma oggi la partita l’ho letta in un certo modo e la squadra a oggi non può supportare tre attaccanti in campo. E’ stata una scelta tecnica e l’ha presa molto bene». La conferma è arrivata proprio da quel «Vincenzo Montella olè» detto da Totti, che testimonia la bontà del rapporto tra gli ultimi due campioni d’Italia di questa Roma. E magari non è un caso che Francesco a Bologna sia partito dalla panchina. Perché, sì, la partita in trasferta poteva essere più adatta a Borriello, ma anche perché tra due giorni Vincenzo farà il suo esordio all’Olimpico contro il Parma, l’avversaria di quel 17 giugno da sogno. E a quell’appuntamento con la storia vorrà farsi trovare con Totti in campo. Quel giorno segnarono tutte e tre le punte. Batistuta oggi è lontano, Montella no, ma non potrà giocare. Resta solo il capitano di allora e di oggi. Che è ancora a caccia del primo gol su azione datre punti. Perché quelli contro Palermo e Genoa sono stati amari. E il Parma è l’occasione perfetta per voltare pagina. Lo dice la storia, che contro gli emiliani lo ha sempre visto protagonista, che gli ha sempre regalato sorrisi. C’è il 17 giugno, certo. Ma non solo. C’è anche un memorabile gol a cucchiaio a Buffon nel 1998 e ci sono altre due giornate da record. La prima delle due arriva il 19 dicembre del 2004, nella stagione orribile dei 4 allenatori. Eppure anche lì Francesco riesce a regalarsi e a regalarci un sorriso. Perché nel giorno in cui la Roma batte il Parma 5-1 (a segno anche un certo Montella), lui segna la rete numero 107 con la maglia della Roma, supera Pruzzo come marcatore giallorosso di tutti i tempi e celebra con una maglietta che dice "107... volte solo con te".Ancora Parma, 3 anni e mezzo dopo. E’ il primo giorn odi marzo del 2008, praticamente tre anni fa. E per entrare nella storia a Francesco basta scendere in campo. Perché sta per collezionare la presenza numero 388 in campionato (in giallorosso ovviamente). E’ il giorno in cui supera al primo posto di questa classifica Giacomo Losi. "Core de Roma" è lì in campo con lui per cedergli il testimone, per consacrarlo definitivamente il più grande della nostra storia. Basterebbe giocare un minuto, ma Francesco non si accontenta e segna uno dei 4 gol con cui la Roma vince la partita. L’avversaria? Sì, avete indovinato: il Parma. Quel giorno Montella in campo non c’era. Si era preso una piccola pausa dalla Roma tra Fulham e Sampdoria. Solo un anno, poi il ritorno a casa. Per chiudere una carriera e iniziarne un’altra, quella di tecnico. Allenatore della Roma, allenatore di Francesco Totti. Che dal Parma ricomincia la sua stagione, con 251 gol alle spalle e chissà quanti davanti. Il primo della nuova fase potrebbe essere lì, dietro l’angolo, nascosto tra le maglie gialloblù. Quelle stesse che 10 anni fa guardarono il suo bolide finire in rete mentre l’Olimpico esplodeva. Mentre lui si toglieva la maglia per abbracciare il suo popolo, dietro c’era un’altra maglia che lo inseguiva. Quella di Vincenzo Montella, mister Montella. Che domenica sarà di nuovo lì accanto al capiatno. Stavolta non farà caldo e non ci si giocherà uno scudetto, ma il coro in panchina, in campo e in tribuna è sempre lo stesso: «E Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella, e Vincenzo Montella olè...».
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