(Il Romanista - B.De Vecchi) - Dopo Chicago e New York, ecco Boston. Quasi alla vigilia delle firme che consegneranno la Roma agli americani, sta per nascere qui un Roma club.
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E nasce anche il Roma Club Boston: “E’ tutto pronto”
(Il Romanista – B.De Vecchi) – Dopo Chicago e New York, ecco Boston. Quasi alla vigilia delle firme che consegneranno la Roma agli americani, sta per nascere qui un Roma club.
Ad annunciarlo è stato uno dei fondatori, Osea Giuntella, al sito oroeporpora.it. Racconta Giuntella, romano e romanista: «E’ già tutto pronto, ma aspettiamo il giorno della firma tra DiBenedetto ed Unicredit per sancire simbolicamente anche la nascita del Roma Club Boston». L’idea è venuta, spiega, «quando si è iniziato ad associare il nome di Roma a Boston. Proveremo nelle prossime settimane a metterci in contatto con DiBenedetto e soci. Sarebbe bello brindare assieme ad un nuovo inizio, ma senza scordarci di quello che hanno fatto i Sensi».Osea vive da quattro anni negli States. «Sono uno studente di Phd (Doctor of Philosophy, ndr) in Economics alla Boston University così come Gabriele Gratton, l’altra anima del club. Si studia e si lavora, ma se gioca la Roma si blocca tutto. Ormai anche i nostri compagni d’ufficio, un cinese, un egiziano ed un vietnamita, l’hanno capito. Di solito guardiamo la partita su Rai International o su ESPN-3 che spesso trasmette online le partite della Roma, qualche volta su streaming anche a rischio di prendersi un virus e mandare il computer in convalescenza per due giorni. Per quanto riguarda l’ormai imminente costituzione, abbiamo già preparato tutto per l’affiliazione all’Associazione Italiana Roma Club e portare presto il nostro striscione allo stadio Olimpico».
Osea spera di moltiplicare le adesioni in breve tempo. «Per ora – dice - qui siamo pochi e di varie nazionalità. Ma contiamo di avere più adesioni nei prossimi giorni. Laura, una dottoranda in Behavioral Economics alla Carnegie Mellon di Pitthsburgh, è sicuramente la tifosa più accesa. Poi c’è Sasha, una ragazza americana di origini bielorusse; Rania, una ragazza arabo-israeliana; Guillem, un ragazzo catalano tifoso del Barcellona ma accanito estimatore di Totti e della Roma. E poi ci sono altri amici sparsi nelle varie città della East Coast che spesso si sono uniti a noi nel seguire le partite quando passavano da Boston». Non male, come inizio.
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