(Il Romanista - D.Giannini) - Il momento è arrivato. La Roma di Luis Enrique deve sbocciare, deve mettersi alle spalle le scorie del 3-0 di Firenze, deve compiere la prima grande impresa del campionato.
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E Luis Enrique si affida a lui
(Il Romanista – D.Giannini) – Il momento è arrivato. La Roma di Luis Enrique deve sbocciare, deve mettersi alle spalle le scorie del 3-0 di Firenze, deve compiere la prima grande impresa del campionato.
Una di quelle che farebbero cambiare il volto alla stagione e il morale alla squadra. Di impresa si tratterebbe e non solo per il valore dei bianconeri primi in classifica, ma soprattutto per lo stato d’emergenza con cui la Roma si avvicina alla sfida: tre squalificati, tanti infortunati, in totale una decina di indisponibili, quasi una squadra intera. E nell’emergenza Luis Enrique si affiderà anche e soprattutto al giocatore che è il cuore del suo gioco, a quello che deve amalgamare tutti gli ingredienti che lui ha procurato, a quello che dalla prima giornata è quasi sempre stato superlativo. Insomma, a Daniele De Rossi. Non sarebbe certo una novità, visto che Daniele è il giocatore più presente con i suoi 1170 minuti i giocati. Ma questa è l’emergenza e ci vuole qualcosa di più, ci vuole un’invenzione. Ed ecco che allora si fa sempre più strada la possibilità che, contro la Juve, De Rossi giochi al centro della difesa. Non come gli è capitato di fare qualche volta quando la Roma era in sofferenza, fungendo da terzo centrale. Stavolta partirebbe lì nel mezzo, probabilmente al fianco di Heinze nei 4 di difesa. Insomma, un centrale vero. Luis Enrique nell’allenamento di ieri lo ha provato proprio in quella posizione. Che De Rossi ha dimostrato di essere in grado di ricoprire alla grande, a dispetto di una storia calcistica iniziata dall’altra parte del campo. Nelle giovanili, è cosa risaputa, Daniele era attaccante, ed era anche forte. Poi, per esigenze di squadra, Mauro Bencivenga (quello che disse a Capello che quel ragazzetto era pronto per il grande salto tra i grandi) lo arretrò a centrocampo.
Negli anni, poi, Daniele è stato spostato avanti e indietro, allargato un po’, ma mai portato sulla linea di difesa. Lunedì sera potrebbe succedere, è una soluzione (temporanea, ma pure sempre una soluzione) che Luis Enrique sta studiando, magari rivedendosi un po’ in Daniele per la capacità di giocare un po’ ovunque come ha fatto lui in carriera. Una necessità, come quella che spinse Spalletti a inventarsi Totti prima e unica punta. Era il 2005, di questi tempi. Per l’esattezza il 18 dicembre e lì iniziò una nuova era. Che si concluse quasi 4 anni dopo, il 30 agosto del 2009, proprio in un Roma-Juve. Una sconfitta per 2-1 che segnò l’addio di Spalletti. Il gol romanista fu segnato proprio da De Rossi che aveva messo il suo nome sul tabellino anche nella vittoria per 3-0 a Reggio Calabria del 2005, prima partita del tecnico toscano. E di De Rossi è stato anche il primo gol romanista di questo campionato (anche lì fu 1-2). Insomma, Daniele sembra essere l’uomo del destino. E di un futuro che la Roma dovrà essere brava a costruirsi nell’emergenza. Anche perché, pure con tante assenze, quelli che andranno in campo non avranno nulla da invidiare alla Juve di Conte. Già, ma chi saranno gli 11 titolari? Davanti le scelte sembrano semplici con Osvaldo al rientro più Totti e Lamela, con la curiosità di scoprire chi tra il capitano e il giovane argentino farà il trequartista. Dietro sulle fasce ci saranno due maglie per tre giocatori: Rosi, Taddei e Josè Angel. Nel mezzo De Rossi e Heinze (Cassetti ieri ha fatto solo fisioterapia). Restano i dubbi sul centrocampo soprattutto nel caso in cui davvero De Rossi venga impiegato in difesa. Gli intermedi dovrebbero essere Pjanic e Perrotta mentre al centro si spera che Pizarro possa farcela, in alternativa si è pensato pure all’ipotesi Viviani. Un azzardo troppo grande? Forse, ma è l’emergenza, è un periodo difficile. Ed è da certi momenti che possono nascere grandi cose.
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