(Il Romanista - D.Giannini) Da Stamford Bridge all’Emirates. Le giornate di Thomas DiBenedetto ruotano sempre più attorno al tema stadio.
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DiBenedetto visita anche l'Emirates
(Il Romanista – D.Giannini) Da Stamford Bridge all’Emirates. Le giornate di Thomas DiBenedetto ruotano sempre più attorno al tema stadio.
Quello nuovo ovviamente, quello che diventerà la nuova casa della Roma e che contribuirà fortemente alla crescita dei profitti della società giallorossa. Dopo gli incontri al Coni della scorsa settimana per gettare le basi di un accordo per un migliore utilizzo dell’Olimpico, il presidente romanista ha sfruttato al meglio il tempo trascorso in Inghilterra con una serie di incontri mirati alla individuazione del modello di stadio perfetto da costruire nella Capitale.
Giovedì Mr Tom era intervenuto, unico esponente di una società di Serie A, alla conferenza "Leaders in Football", che era stata ospitata all’interno di Stamford Bridge, vale a dire lo stadio del Chelsea.
Ieri ha percorso solo pochi chilometri, quelli necessari per arrivare ad Ashburton Grove, dove sorge l’Emirates Stadium, ovvero il nuovo tempio dell’Arsenal, quello che ha sostituito il mito di Highbury. Farlo accettare ai tifosi dei gunners non era facile, ma questo impianto meraviglioso, grazie alla sua struttura, funzionalità e bellezza ci sta riuscendo.
Un impianto disegnato da Dan Meis della Populous, l’architetto che ieri si è incontrato con il presidente giallorosso. Una visita importante, uno stadio che ha impressionato DiBenedetto sia dal punto di vista dell’impatto visivo, sia (anzi soprattutto) dal punto di vista delle strutture che lo rendono particolarmente attraente per il pubblico. Insomma non solo uno stadio ma quasi un’icona, qualcosa di memorabile, qualcosa di riconoscibile e “spendibile” in tutto il mondo. E’ questo il genere di struttura che la nuova dirigenza americana ha in mente per lo stadio della Roma, molto più che quello della Juventus. Che sarà certamente un valore aggiunto per i bianconeri e che comunque bello lo è, ma forse non un modello da seguire. DiBendetto e i suoi collaboratori hanno dunque iniziato a vagliare le possibili alternative per la realizzazione dello stadio, hanno individuato la direzione da prendere e presto si affronteranno nuovi “step”.
Il presidente ieri ha lasciato l’Inghilterra ed è tornato in America. Da dove farà ritorno in tempo per il derby. Pochi giorni, poi volerà nuovamente negli Usa continuando sempre a lavorare allo stadio, alla scelta della sede e quindi al piano finanziario per la sua realizzazione che sarà poi strettamente legato al tipo di impianto che si deciderà di realizzare.
Ieri intanto la società, attraverso un comunicato apparso sul sito ufficiale del club ha reso nota la relazione finanziaria annuale. Come si legge nel comunicato stesso «le attività e le azioni della Società sono proseguite al fine di consolidare il progetto di valorizzazione e di crescita tecnico-sportiva». Tra le altre cose viene inoltre spiegato che la campagna abbonamenti si è chiusa a quota 19.052 tessere e che il bilancio consolidato dell’esercizio al 30 giugno 2011 «chiude registrando Ricavi consolidati, al netto dei proventi della gestione del parco calciatori, per 143,9 milioni di euro (137,0 milioni di euro, al 30 giugno 2010)».
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