(Corriere dello Sport - P.Torri) - In attesa della sentenza Uefa sul fattaccio di Donetsk (sarà ufficializzata oggi), ieri ha parlato De Rossi. Papà De Rossi, allenatore della Primavera della Roma, reduce dal pareggio esterno sul campo della Fiorentina nella finale di coppa Italia di categoria.
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De Rossi, solo amore per la Roma
(Corriere dello Sport – P.Torri) – In attesa della sentenza Uefa sul fattaccio di Donetsk (sarà ufficializzata oggi), ieri ha parlato De Rossi. Papà De Rossi, allenatore della Primavera della Roma, reduce dal pareggio esterno sul...
Lo ha fatto dai microfoni dell’emittente radiofonica Teleradiostereo, con la consueta pacatezza, competenza ed educazione. Ma anche con grande franchezza (qualità di famiglia) a proposito del momento molto particolare che sta vivendo il figlio.
DICHIARAZIONI -Forse complice l’euforia del quinto derby vinto consecutivamente, sono state un po’ sottovalutate alcune dichiarazioni del centrocampista di Ostia che, per la prima volta, ha fatto intendere che il suo futuro è ancora da scrivere (e il contratto in scadenza il trenta giugno del prossimoanno, c’entra molto poco). Roba che appena pochi mesi fa avrebbe scatenato perlomeno accesi dibattiti nella capitale giallorossa. Daniele De Rossi sulla questione non è più tornato (come su altre), ieri però a confermare una situazione diversa dal passato, ci ha pensato il papà Alberto. Ribadendo, peraltro, che la prima scelta rimane e rimarrà in ogni caso la Roma:«Mio figlio è un ragazzo che non sa nascondere le sue emozioni e certo c’è un po’ di malinconia nelle sue dichiarazioni dopo il derby («Una volta a Roma ero coccolato, ora mi apprezzano soprattutto lontano dalla mia città» ndr), soprattutto quando fa intendere di sentire attorno un’aria diversa rispetto al passato. Ma sono momenti. Neanche lui vorrebbe mai affrontare un futuro lontano dalla Roma, ma è ovvio che se c’è stato un suo sfogo c’è anche una causa. Daniele è uno che comunque gioca per la squadra, è stucchevole ricordarlo ma della Roma è tifoso. Lasente dentro di lui. E neanche io vorrei che arrivasse un momento in cui mio figlio dovesse discutere il suo futuro nella Roma». Le parole, come quelle del figlio del resto, sono chiarissime: Daniele De Rossi vuole continuare a giocare con la maglia del cuore, ma è anche vero che«l’aria sta cambiando a Roma»(e non era riferito soltanto all’arrivo della nuova proprietà), ci sarà bisogno di mettersi attorno a un tavolo e decidere. E bisognerà farlo il prima possibile.
SENTENZA -In Svizzera ieri non si festeggiava nessun anniversario, s’è svolta regolarmente la riunione della Commissione Disciplinare dell’Uefa che, tra gli altri casi, doveva sentenziare anche, con prova televisiva, sulla gomitata di De Rossi a Srna a Donetsk nella partita di ritorno contro lo Shakhtar valida per gli ottavi di finale di Champions. Ci dovrebbe essere stata pure la sentenza, dunque, anche se l’Uefa non l’ha ufficializzata, cosache molto probabilmente farà oggi. Sulla questione, a Trigoria, non è che si siano fatti grandi illusioni, l’evidenza dei fatti è lampante, ci si aspetta una squalifica piuttosto pesante. Del resto la stessa memoria difensiva della Roma presentata dagli avvocati Crespo e Conte mercoledì mattina all’Uefa, è stata definita di«profilo basso», decisamente meno«aggressiva»di quella che fu presentata dopo la gara d’andata e che portò all’assoluzione del giocatore. Stavolta, anche in conseguenza del precedente, immaginare un’assoluzione è pura fantasia. Semmai si può sperare in una sentenza non esageratamente severa. Se infatti ci sarà per il biondo centrocampista di Ostia, una squalifica di tre giornate è più che probabile che la società giallorossa non faccia neppure ricorso. Se, al contrario, i turni di stop dovessero essere quattro o più, allora a Trigoria penseranno più concretamente alla possibilitàdi farlo.
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