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De Rossi: “Roma, ancora non è finita”

(Il Corriere dello Sport – P.Torri) Chissà cosa avrà pensato Tom DiBenedetto. Sapeva, insieme ai suoi soci americani, di aver ereditato un disastro economico. Non sapeva, al contrario, di dover fare i conti con una rifonda­zione romanista...

Redazione

(Il Corriere dello Sport - P.Torri) Chissà cosa avrà pensato Tom DiBenedetto. Sapeva, insieme ai suoi soci americani, di aver ereditato un disastro economico. Non sapeva, al contrario, di dover fare i conti con una rifonda­zione romanista anche dal punto di vista tecnico.

Come ha ribadito questa prima se­mifinale di Coppa Italia, un’altra sconfitta in un Olim­pico che alla fine ha avuto so­lo fischi per quelli che fino a poche settimane fa erano i suoi idoli. Per capire il mo­mento della Roma, poi, ba­stava guardare la faccia di Francesco Totti in tribuna. Ieri sera ha scontato il penul­timo turno di squalifica, con­seguenza del fallaccio a Ba­lotelli nella finale della passata sta­gione, senza di lui questa è una Roma che fa fatica anche a tirare in porta.

SPERANZA - Non è finita, si può dire. Ci sono ancora i 90 minuti della gara di ritorno a Milano, ma certo la Roma vi­sta in campo negli ultimi 180 minuti ufficiali, tutto può in­durre meno che all’ottimi­smo. Adesso è semplice per tutti dire che un ciclo è fini­to, la verità è che certe pro­blematiche una società do­vrebbe essere in grado di an­ticiparle, magari dando retta a un tecnico come Luciano Spalletti che meno di due an­ni fa ebbe il coraggio di dire che questa squadra aveva bi­sogno di essere ringiovanita e ridisegnata. La speranza è che almeno nella gara di ri­torno a San Siro, possa esser­ci un canto del cigno per ri­mettere in discussione una qualificazione alla finale di questa Coppa Italia. E a que­sta speranza si è aggrappato Daniele De Rossi:«Se per il quarto posto e quindi la qua­lificazione alla prossima Champions League, le spe­ranze sono onestamente po­che, qualcuna di più la pos­siamo avere in questa Coppa Italia. E’ vero, dobbiamo an­dare a vincere a San Siro, sa­rà difficile, lo sappiamo, ma non impossibile, è una parti­ta secca in cui tutto può suc­cedere. E questa Roma, nel recente passato, a Milano ha vinto in più di un’occasione. Per questa ragione dico che non è finita, fermo restando che servirà una grande Ro­ma per poter ribaltare que­sto risultato».

SCONFITTA - C’è poco da dire su quella di ieri sera. Non tanto per un primo tempo giocato perlomeno alla pari con un’incredibile occasione da gol fallita da Vucinic, quanto per una ripresa dove tutta la Roma ha dato la sen­sazione del volere ma non posso. Neppure un tiro in porta contro un’Inter che certo non ha dato dimostra­zione di esse­re una squadra in salute, anzi. Insom­ma, alla fine le recrimina­zioni non po­tevano starci:"Abbiamo perso contro una grande squadra come l’Inter. Siamo stati battuti dalla prodezza di un campio­ne come Stankovic che ha fatto un grande gol. Per il re­sto noi abbiamo fatto la no­stra partita, trovando diffi­coltà di fronte al loro posses­so palla che oltre a farti gira­re a vuoto ti costringe anche a una brutta figura dal pun­to di vista della brillantezza. Non siamo stati fortunatissi­mi, fallendo anche alcune occasioni importanti. Non posso negare che per noi non è semplice confrontarci con questa realtà. Ho sentito i fi­schi a Vucinic, è vero nelle ultime due partite ha sba­gliato due gol clamorosi, ma Mirko resta un grande gioca­tore, uno dei più importanti per questa squadra. Ha la personalità giusta per uscire da questo momento. La so­cietà? La Roma è a una svol­ta storica e noi ci sentiamo protagonisti. La pressione, però, ce l’ha data la stagione, sono due anni che si parla del cambio di proprietà, non può essere un alibi"