De Rossi: «A Milano abbiamo vinto spesso, possiamo rifarlo»

(Il Romanista-B.Devecchi) «Non è un’annata fortunata, ci abbiamo provato e non abbiamo nulla da recriminare». Esordisce così, Daniele De Rossi, nel post-partita all’Olimpico. Al ritorno è possibile tentare la rimonta?

«Abbiamo vinto tante volte a Milano, può venir fuori qualsiasi risultato » dice Capitan Futuro, anche se l’espressione non è molto convinta. Molti errori nell’ultimo passaggio, gli fanno notare. «Sicuramente c’è mancato l’ultimo passaggio, non era facile contro una difesa molto alta - risponde lui - C’è mancato l’ultimo smarcamento negli ultimi 20 metri ma non ci si può attaccare a sfortuna o fortuna ma non ci dice benissimo». Non ci si può sottrarre neanche alla domanda su Mirko Vucinic, che dopo il gol a porta vuota sbagliato contro il Palermo, ha replicato contro l’Inter. De Rossi prova a difenderlo: «Contro il Palermo non ha giocato male ma ha sbagliato un gol clamoroso. Anche oggi ha corso molto e ha sbagliato un gol simile ma può succedere. Molte volte si è inventato azioni da solo inventandosi gol dal nulla. Non è che adesso il problema è Vucinic. E’ uno dei giocatori più preziosi ». Infine, una considerazione sul clima che si respira all’Olimpico: «Dipende dai risultati negativi e da tutto quello che succede. La Roma è di fronte a una svolta storica e noi ce ne sentiamo protagonisti. Sono 2 anni che viviamo la storia del passaggio di proprietà e non è facile rimanere indifferenti, noi ma soprattutto i tifosi». Già, l’Olimpico. Doveva essere Fort Knox, come lo aveva ribattezzato preventivamente Gian Paolo Montali, invece si sta rivelando Fort Alamo dopo l’ultimo assalto: completamente indifeso. E così, dopo Juventus e Palermo, anche l’Inter è passata in casa di una Roma che ora dovrà fare l’impresa a Milano. «L’Inter è una grande squadra - chiude De Rossi - e ci ha punito con un gran gol. Certo è difficile. Ci resta solo questo, la speranza della Champions è molto flebile, ma di sicuro se non vinciamo mai è dura parlare di obiettivi. Il mio fallo di mano? L’ho toccata, ma la distanza dal corpo era veramente poca».