(Gazzetta dello Sport - A.Catapano) Figli miei, Roma vi guarda. Aleandro, l’esordiente, terrà un quartiere col fiato sospeso, e che quartiere: la Garbatella, «verde, umana, romanista...» , disse di lei Valerio Mastandrea. Una donna chiacchierona e protettiva, prosperosa e rassicurante, la Garbata vigila sui figli suoi.
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De Rossi e i suoi fratelli, è un derby de’ noantri
(Gazzetta dello Sport – A.Catapano) Figli miei, Roma vi guarda. Aleandro, l’esordiente, terrà un quartiere col fiato sospeso, e che quartiere: la Garbatella, «verde, umana, romanista…» , disse di lei Valerio Mastandrea. Una donna...
E quelli non si staccano mai, che bamboccioni. Aleandro non l’ha tradita, ha corso sulle rampe che portano alle Sette Chiese, si è sbucciato sul brecciolino della Chiesoletta, ha mangiato la prima pizza con gli amici al Panonto. Aleandro, della dinastia dei Rosi — papà Vittorio, caporeparto alla Gs, oggi Carrefour, scendendo verso la Circonvallazione — lì è rimasto, come Valerio, come tutti gli altri. E chi la molla la Garbatella? La vicinanza del centro, il calore del sud, la Roma più popolare e, forse, vera. Come il percorso di Rosi: Tre Fontane, Marconi, Roma. La parentesi laziale (dal 1996 al 1999, provinato da Volfango Patarca) fu, appunto, giusto una parentesi. Chiusa da Bruno Conti dopo un torneo a Zagarolo. Ne è passata di acqua da allora, la Garbatella è sempre lì, Aleandro pure, la Lazio è un pensiero quotidiano e, domani, forse pure un’avversaria in carne e ossa per Rosi, che un derby vero, dopo quelli trasversali delle giovanili, non l’ha mai giocato. Dipenderà dalle capacità di recupero di Cassetti e dal coraggio delle idee di Ranieri. Chissà. Sei forte papà Leandro, quello di mezzo, il derby all’Olimpico lo ha conosciuto a novembre, con una chiamata improvvisa e un appuntamento al buio. Catapultato in campo al 39’, al posto di Menez, l’impatto fu devastante, ma per la Lazio. Greco si mosse con lo stesso piglio che utilizzava a San Cleto, quando era ragazzino e manovrava tra i palazzoni di San Basilio. Quello di mezzo, per certe cose, è stato il più precoce: a 24 anni Leandro è già papà di un bimbo di tre, il piccolo Gabriele. Da quando è cominciata questa bella favola romanista, ogni pagina, ogni gesta è per lui. Il fratellone Daniele, il maggiore. Ha un avvenire davanti, ma ne ha già accumulato uno alle spalle. A 27 anni, è capitano occasionale ma riferimento sempre costante e, domani sera, fratellone, chioccia, quasi papà. Con la durezza del lupo di mare (Ostia, la sua Roma, pure lui non l’ha abbandonata) e la complicità dell’amico. Di derby ne ha giocati (sono già 14) e sofferti, anche troppi. Ma domani è diverso, domani Roma lo guarda. Domani Daniele deve comportarsi da fratellone.
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