(Il Tempo) - Altro che semplici sliding doors, normali porte girevoli. C’è chi va, chi viene, chi potrebbe andare e chi potrebbe tornare, ci sono i ricordi del passato, le sensazioni del presente e i sogni del futuro.
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Da Pastore a Sabatini, quanti incroci col Palermo
(Il Tempo) – Altro che semplici sliding doors, normali porte girevoli. C’è chi va, chi viene, chi potrebbe andare e chi potrebbe tornare, ci sono i ricordi del passato, le sensazioni del presente e i sogni del futuro.
Benvenuti a Roma-Palermo, la partita dai mille incroci. Un grande gioco di incastri e intrecci dentro e fuori dal campo. Punto di partenza e di arrivo coincidono in Walter Sabatini, il ds in pectore della futura Roma di DiBenedetto che fino a sei mesi faceva il proprio mestiere alle dipendenze di Zamparini. Il Palermo che sabato pomeriggio sbarcherà all’Olimpico è una sua creatura, partorita, plasmata e forgiata in meno di due anni tra una sigaretta e l’altra, le visioni di centinaia e centina di dvd e le tantissime missioni esplorative in Sudamerica o in giro per l’Europa. L’esempio più lampante arriva da Javier Pastore, scovato da Sabatini nell’Huracan e adesso obiettivo del primo mercato estivo della nuova Roma. Lo stesso discorso vale per Hernandez, arrivato a Palermo poco più che diciottenne e che in estate potrebbe essere un altro osservato speciale in ottica giallorossa, ma anche per le altre scoperte sabatiniane Sirigu, Ilicic e Bacinovic, ad esempio. Poi c’è anche Cesare Bovo, l’ex che forse tra qualche mese non lo sarà più. Non poteva non mancare, per completare un così bel gioco di incroci, quel pizzico di derby che non guasta mai rappresentato da Delio Rossi, tre Lazio-Roma su otto vinti in biancoceleste corredati da bagni notturni nelle acque più o meno pure del Fontanone del Gianicolo e corse spiritate sotto la Nord. La Roma, invece, è alla ricerca degli incastri giusti di formazione. Ieri prove di Loria, anche se Cassetti appare ancora in vantaggio, e Ménez.
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