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Borini: “San Siro? Non ho paura”

(Corriere dello Sport – P.Torri) Chiedetegli tutto, ma non il suo sapone da bagno.

Redazione

(Corriere dello Sport – P.Torri) Chiedetegli tutto, ma non il suo sapone da bagno.

Cosa, per carità, che potrà sembrare perlomeno bizarra, ma eventualità che ieri, Fabio Borini, ultimo dei nuovi acquisti anche in ordine di conferenza stampa, ha spiegato come suometodo per non subire troppo i traslochi della sua professione. Ovvero, lui le sue abitudini e le sue pre­ferenze, se le porta sem­pre dietro, provando così sempre a sentirsi a casa sua, a cominciare, appun­to, dal sapone. Del resto si può capire, il ragazzo che tanto piace a Walter Sabatini,« perché ha il veleno dell’attaccante, di quello che vive per il gol» , solo negli ultimi do­dici mesi ha cambiato quattro case, a Londra con il Chelsea che lo aveva pre­so quando era ancora un minorenne, poi in Galles allo Swansea, quindi il ritorno in Italia a Parma, poi, proprio quando il big-ben del mercato stava per dire stop, l’offerta della Roma, facile dire sì alla nuova avventura colorata di giallorosso. TRENO - Trentuno agosto, stazione di Bolo­gna, il nostro si è appena sistemato sul se­dile prenotato dell’Eurostar diretto a Ro­ma per rispondere alla convocazione del­l’Under 21 (alla Borghesiana). E’ un gio­catore del Parma, quando scende alla sta­zione Termini è della Ro­ma. Perché durante il tragitto un amico, telefoni­camente, gli dice,ti vuole la Roma, che fai?. Tra una galleria e l’altra, è arrivata la sua risposta,vado di cor­sa.E dopo i primi giorni nella Capitale, è ancora più contento della scelta fatta:«Mi ha colpito il nuovo ciclo che qui a Ro­ma stanno cercando di costruire. E’ tutto nuovo, idee, tecnici, giocatori. Sono rima­sto impressionato anche dall’entusiasmo che c’è intorno alla Roma. Quando dome­nica scorsa stavamo andando in pullman verso lo stadio, la gente si fermava per strada per salutarci. Totti fino a qualche giorno fa l’avevo visto solo in tv, è un cam­pione di livello mondiale, quando me lohanno presentato ero in imbarazzo. E’ stato un piacere anche conoscere De Ros­si, uno dei capi dello spogliatoio. Io gior­no dopo giorno mi sento sempre più par­te di questo gruppo, devo ringraziare i compagni che mi stanno aiutando in tut­te le maniere. Ho anche esordito contro il Cagliari. E dopo sei secondi avevo fatto pure gol. Fantastico pure se me lo hanno annullato. So­no andato via dal Chelsea perché si sono interrotte le trattative per il rinnovo contrattuale. Ero andato al Parma, ma quando mi è stata prospettata la Roma, non ho avuto dubbi, perché giocare nella Roma vuole dire giocare in una grande squadra. Per me è un onore» . TITOLARE - Tra esserci e giocare, però, ci passa un oceano. Soprattutto in una Roma dove le punte si contano a grappoli. Bori­ni è arrivato in prestito oneroso, un milio­ne e ducentocinquantamila euro ( in più la Roma si è fatta carico anche del milio­ne e mezzo di commissioni per il passag­gio dal Chelsea al Parma), c’è un diritto di riscatto fissato a sette milioni, numeri im­portanti che dovranno essere confermati dal campo. Ma Borini ne avrà la possibi­lità? «Uno dei miei obiettivi, ovviamente, è quello di convincere la società a riscat­tarmi. Non sono preoccupato del fatto che qui ci sono tanti attaccanti e tutti bravis­simi. Se non sei Messi o Ro­naldo, le difficoltà ci sono per tutti. Io sono a disposi­zione dell’allenatore con l’obiettivo di farmi trovare pronto quando mi sarà da­ta la possibilità. Titolare a San Siro? Io sono pronto, ma deciderà Luis Enrique. Il mio ruolo? Nasco attac­cante centrale, ma mi adatto anche da se­conda punta. L’Inghilterra mi ha fatto be­ne, sono maturato prima. Da Drogba ho imparato tanto, a cominciare come cal­ciare le punizioni, mi ci sono allenato un anno per fare miei i suoi consigli. Ringra­zio Ancelotti per le parole che ha speso nei miei confronti, so che lui è molto con­tento che sia arrivato alla Roma»