(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - David Pizarro è tornato e, come nella parabola del figliol prodigo, ha trovato braccia aperte ad accoglierlo. Né punizioni né quarantene né multe, almeno per il momento.
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Bentornato Pizarro
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – David Pizarro è tornato e, come nella parabola del figliol prodigo, ha trovato braccia aperte ad accoglierlo. Né punizioni né quarantene né multe, almeno per il momento.
Giusto un rimbrottino, e una supplica: «Ti prego, non lo fare più» .
Meglio di niente Anche questa è finita a tarallucci e vino. La Roma ha preferito soprassedere, «in questo momento meglio gettare un po’ d’acqua sul fuoco» è stata la logica scelta, «anche per rasserenare lo spogliatoio» . Eppure ce n’erano di motivi per tirargli le orecchie: sedici giorni di ritardo, comunicazioni praticamente interrotte, perfino indispettito nel riferire, attraverso scarni sms, che sarebbe rimasto a casa, a curare il ginocchio con i luminari dell’ortopedia cilena, fin quando gli sarebbe parso e piaciuto. Ieri non ha nemmeno chiesto scusa, se non per la forma — «Ho sbagliato a non chiamarvi, a comunicare solo con i messaggini. Non ricapiterà», » , ha detto il cileno a Ranieri e ai dirigenti con cui si è intrattenuto — e questo sì è stato sorprendente anche per la Roma. Che, allora, si è accontentata di vederlo in campo di buon mattino e di buona lena. Con la serenità di un tempo? Sicuramente non con quel broncio che aveva messo su negli u l t i m i mesi.
Nero su bianco Fatti, non parole. E una pila di documenti presentati a Trigoria. Tutto nero su bianco, il percorso di cure che Pizarro ha sostenuto in una clinica universitaria di Santiago per sgonfiare il ginocchio destro, vittima di una prolungata condrite che ora sembra (sembra) finalmente archiviata. La Roma ha apprezzato la descrizione particolareggiata delle cure e, ovviamente, l’esito, pur con la consapevolezza che i medici di Santiago non hanno fatto granché più di quanto avrebbero potuto fare i colleghi italiani. Ma almeno, dopo le polemiche, i musi, i tentativi di ribellione, e sedici giorni in più di soggiorno sudamericano, l’impatto di Pizarro con l’universo Roma è sembrato positivo: sbarcato alle sei del mattino a Fiumicino, si è precipitato a Trigoria ed è sceso subito in campo con Paolo Bertelli. Almeno, ha avuto il buon senso di sopportare in silenzio stanchezza del volo e fuso orario, o di non accamparle come scuse per rimandare il ritorno al lavoro.
Il programma Dovrà lavorare sodo, Pizarro, se davvero vuole riconquistarsi un posto al sole, se intende riappropriarsi della cabina di regia della squadra. Il chiarimento con Ranieri c’è stato, l’allenatore non serberà rancore. Ci vorranno al massimo un paio di settimane di lavoro differenziato, e a fine mese se la tabella sarà rispettata Pizarro potrà rientrare in gruppo. È stato fissato anche l’appuntamento per rivederlo nella lista dei convocati: domenica 6 febbraio, posticipo serale con l’Inter, a Milano. La sua partita, e uno snodo fondamentale della stagione. Quale occasione migliore per ripagare la Roma di tanta misericordia?
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