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Ancelotti: «Roma, un sogno che si avvererà»

(Il Romanista – M.Izzi) Sta con Montella e invita i tifosi romanisti a sostenere l’Aeroplanino. E poi conferma ancora una volta che nei suoi progetti c’è quello di «allenare la Roma». E non solo, di più «perché spero e credo che...

Redazione

(Il Romanista - M.Izzi)Sta con Montella e invita i tifosi romanisti a sostenere l’Aeroplanino. E poi conferma ancora una volta che nei suoi progetti c’è quello di «allenare la Roma». E non solo, di più «perché spero e credo che questo sogno prima o poi si avvererà». Questo è Carlo Ancelotti il giorno dopo Roma-Parma 2-2.

Parole che fanno bene alla Roma, all’ambiente, ai romanisti. Non poteva essere altrimenti. Personalmente, tra le 18 di venerdì 25 febbraio e ieri sera sempre alle 18, ho ricevuto 14 telefonate, di queste una da Francesco Totti e un’altra da Carlo Ancelotti. Mi manca Paul McCartney, poi il telefonino posso buttarlo nel Tevere e tanti saluti a tutti. Totti e Ancelotti non sapevano neanche che il sottoscritto esistesse, mi hanno cercato per concedere un’intervista che sarà pubblicata nel libro Il primo della fila dedicato a Giorgio Rossi, leggendario massaggiatore della Roma dal 1957. Parlare con Totti è stato un sogno, ma spingere un pulsante e sentire una voce cheti fa: «Buonasera sono Carlo Ancelotti» è stata un’emozione che mi ha lasciato senza parole, letteralmente, tanto che Carlo, intuita la situazione mi ha detto: «Ao, aripiate!». E’ difficile, imbarazzante, spiegare a qualcuno che è stato il tuo idolo. Io so solo che il giorno che Ancelotti venne ceduto al Milan, nell’ultimo giorno del calcio mercato, il 15 luglio 1987, ascoltando la notizia ebbi l’istinto di tirare una sedia verso il televisore e iniziai a piangere come un fesso, fino a quando mia nonna, preoccupata mi chiese: «Ma che è successo?». «La Roma ha venduto Ancelotti!». Quello che mi rispose ve lo lascio immaginare. Adoravo la camminata trotterellante del"Bimbo", la progressione potente e quei tiri devastanti che inventava dal nulla. In tanti hanno scelto Falcao, Di Bartolomei, Batistuta o Totti, il mio idolo è stato (è) Carlo Ancelotti. Non ho mai fatto il tifo per le squadre italiane nelle coppe europee (lo so che dovrei,ma non ce la faccio!), ma ho fatto sempre un’eccezione per Carletto. E quando il Milan vinceva ero contento per lui. Da un paio di giorni stavo attendendo la chiamata del tecnico del Chelsea, che nella mattinata di ieri ha rintracciato Giorgio Rossi e si è immediatamente messo a disposizione per realizzarel’intervista. A Carlo Ancelotti e a Giorgio Rossi, ho chiesto il permesso di anticipare sulle pagine del Romanista questa domanda postagli per il libro: "Carlo, quando a John Lennon chiedevano se sarebbero mai tornati insieme i Beatles rispondeva che da bambino, a Liverpool, aspettava sempre una tournee di Elvis Presley ma che alla fine, Elvis non era mai venuto. Era rimasto solo un sogno. A Roma siamo in molti a sognare un tuo ritorno alla guida della squadra giallorossa, pensi che un giorno accadrà o rimarrà per sempre una chimera?".Carletto ha risposto la risposta migliore possibile: «Io sono al Chelsea, dove mi trovo benissimo e spero di rimanere a lungo e di fare bene… Poi, non è un mistero e l’ho scritto anche nel mio libro (Preferisco la Coppa,del 2009, ndr), che credo che prima o poi, un giorno, allenerò la Roma. Però ai tifosi dico che adesso bisogna dà ’na mano a Vincenzo.E’ lui l’allenatore della Roma e loro devono essere tutti dalla sua parte. Un mesetto fa Vincenzo Montella è stato a Londra per assistere agli allenamenti del Chelsea. Trovo che sia intelligente e preparato. Faccio il tifo per lui». A Carletto ho anche riportato una frase di Francesco Totti su Giorgio Rossi: «Giorgio è come la legge, uguale per tutti!» Carlo ha approvato: «La penso come Francesco. A Giorgio non interessa se sei un campione o l’ultimo dei ragazzi della Primavera, guarda la persona. Giorgio Rossi è eccezionale».