(Il Messaggero – G.De Bari) «Si parla tanto dei talenti brasiliani, ma il vero talento mondiale è proprio Lamela. Un ragazzo di diciannove che ha davvero un grandissimo futuro davanti.
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Almeyda: «Roma, hai preso un fenomeno»
(Il Messaggero – G.De Bari) «Si parla tanto dei talenti brasiliani, ma il vero talento mondiale è proprio Lamela. Un ragazzo di diciannove che ha davvero un grandissimo futuro davanti.
Purtroppo giocherà nella Roma...». Dopo un breve periodo di vacanza, sulla spiaggia di Miami, Mathias Almeyda, è rientrato a Buenos Aires dove domani verrà presentato ufficialmente come nuovo allenatore del River Plate, il club argentino che perderà la stella Erik Lamela, ora un giocatore della Roma. L’ex centrocampista laziale parla delle qualità del giovane trequartista che conosce molto bene per averlo visto crescere prima della drammatica e storica retrocessione del club in serie B. La società che l’ha fortemente voluto, più di altre. «L’ho più volte segnalato alla Lazio ma nessuno mi ha dato retta, nonostante le mie insistenze sul valore del calciatore. Conosco benissimo Erik, gli ho visto fare delle giocate straordinarie e crescere sotto tutti i profili. La Roma ha fatto proprio un grande acquisto, e lo dico a malincuore perché io tifo sempre Lazio e mi sarebbe piaciuto vederlo giocare con la maglia biancoceleste, non con quella giallorossa». Quali sono le qualità migliori di Lamela? «Ha doti tecniche da campione, grandi colpi, visione di gioco e una forza fisica difficile da immaginare guardandolo al primo impatto. Praticamente un centrocampista completo». A chi può essere accostato? «A mio avviso, ha uno stile tutto suo che lo rende ancora più interessante come personaggio. Quando parte, palla al piede, la sua progressione prepotente mi ricorda quella di Kakà. Ma sono irresistibili anche le finte di corpo con le quali riesce a liberarsi degli avversari. Ed è un centrocampista che riesce a fare gol». Dove potrà arrivare? «Sono certo che, nel giro di poco tempo, lo vedremo titolare in nazionale. Lamela, nonostante i diciannove anni, dimostra già una personalità da calciatore esperto». In cosa dovrà migliorare per ambientarsi nel difficile campionato italiano? «Dovrà acquisire necessariamente l’esperienza e la maturità tattica per entrare negli schemi di un calcio diverso e comandare il centrocampo di una formazione importante. Però Erik è un ragazzo molto umile, che ha voglia di lavorare, di imparare, di smussare i difetti, di crescere. E, soprattutto, ha il forte desiderio di dimostrare di essere un calciatore di spessore internazionale. Penso che non incontrerà eccessivi problemi a calarsi nella nuova realtà italiana. Per Erik pronostico un grande futuro: la Lazio si è lasciato sfuggire un futuro campione».
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