Scendano Szczesny, Florenzi e Fazio. Ora è il turno di Salah, Dzeko ed El Shaarawy. Sul banco degli imputati (oltre a Rizzoli) per la sconfitta di Firenze che ha allontanato la Roma dalla vetta è salito il reparto offensivo che nelle ultime due gare ha totalizzato la miseria di 1 rete (peraltro su rigore) a fare da contraltare a una fase difensiva tornata “normale”: 2 gol subìti, di cui uno irregolare che ha però fatto salire a 12 le gare consecutive in trasferta in cui la Roma ha beccato almeno una rete.
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Roma, la coperta è corta
Spalletti è obbligato a lavorare in questo inizio stagione con una rosa ridotta tra infortuni e vuoti lasciati da un mercato incompleto
È l’effetto della coperta corta con la quale Spalletti è obbligato a lavorare in questo inizio stagione tra infortuni e vuoti lasciati da un mercato incompleto. Così il tecnico è costretto a «deformare» una delle due fasi per sopperire all’assenza di un regista avanzato e soprattutto per garantire maggiore copertura sulle fasce occupate da due che proprio terzini non nascono come Florenzi e Peres.
Così si è passati dagli 8 gol subìti contro Porto, Cagliari e Samp ai due contro Plzen e Fiorentina. I gol però bisogna anche farli. E il delegato numero uno dovrebbe essere Dzeko. Il bosniaco però anche contro la Fiorentina ha confermato il trend negativo nelle cosiddette gare che contano. Dal 31 agosto 2015 (quindi all’indomani della rete alla Juve) Edin non ha mai segnato un gol decisivo né in campionato né in Champions. E contro le big, esclusi i due derby, si è spesso eclissato. Al contrario di quanto fatto negli ultimi 13 mesi da Icardi, Higuain o Kalinic. Ma non è solo la mancanza di ferocia di Dzeko a pesare su questo inizio stagione.
C’è da registrare, infatti, anche il digiuno di El Shaarawy che sembra aver perso quella cattiveria, rivista dopo mesi di apatia, nel finale dello scorso anno. E pure Salah e Perotti vivono di alti e bassi. Elementi che sono stati affrontati ieri nel consueto faccia a faccia a Trigoria. A pesare sugli equilibri è anche l’assenza di una squadra B all’altezza, a differenza di Juve o Napoli. A centrocampo, infatti, Nainggolan sta risentendo di due anni giocati al massimo tra club e nazionale mentre davanti alla difesa si ritrova De Rossi, che ha reso bene in carriera quando era al fianco di registi puri come Pizarro, Pirlo o lo stesso Pjanic.
Una mano alla manovra offensiva domani contro il Crotone potrebbe darla Totti che ieri ha svolto una seduta extra di allenamento (circa 20 minuti) concentrandosi sui tiri in porta mentre i compagni erano già sotto la doccia. Con l’ingresso al Franchi sono salite a 9 su 13 le volte che Spalletti lo ha mandato in campo in situazione di pareggio o sconfitta. Domani potrebbe essere la volta buona per vederlo in campo dall’inizio, non è mai accaduto da quando è tornato il tecnico toscano.
(F.Balzani)
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