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«A Campo Testaccio ci pensiamo noi»

"Testaccio rivuole il suo campo per far giocare i ragazzi e toglierli dalla strada, nel nome dello sport e certo non a scopo di lucro"

Redazione

La rabbia di Testaccio non può più aspettare. Dopo 8 anni di attese, rinvii e abbandono, per la gente del quartiere è arrivato il momento di riconsegnare ai ragazzi Campo Testaccio: «Ci pensiamo noi». La storia parte da lontano ma per i testaccini è quanto mai vivissima. Di quel campo che vide i primi allenamenti dell'As Roma nel 1929 oggi resta solo un'inspiegabile buca. Erbacce e spazzatura fanno da contorno. Con il progetto di un parcheggio interrato, nel 2006 partì un cantiere mai realizzato. Tra la ditta e il Campidoglio, infatti, ne è nata una querelle infinita: sotto quell'area esistono infatti reperti archeologici intoccabili, per i quali tutto si è fermato. Un evento abbastanza prevedibile, a due passi dal Monte dei Cocci. Su Campo Testaccio negli anni si sono pronunciati giudici, avvocati, il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato. L'ultima sentenza è prevista per maggio quando i giudici dovranno confermare l'assegnazione dell'area al Campidoglio, tutt'ora in vigore, o dare ragione al ricorso del costruttore. Ma intanto tutto tace. E allora i testaccini, ormai esasperati, fondano il comitato “Pippo Leonardi Campo Testaccio”, intitolato all'allenatore che su quel campo ha cresciuto generazioni di romani.

«Nel 2000 vennero spesi 1,5 miliardi di lire – racconta Aldo Cassandri, tra i fondatori del comitato - oggi è tutto distrutto e servono altri 700mila euro per ripristinare il campo oltre alla spesa tra 1 e 2 milioni di euro per riqualificare tutta l'area. Testaccio rivuole il suo campo per far giocare i ragazzi e toglierli dalla strada, nel nome dello sport e certo non a scopo di lucro». Tra i residenti infatti c'è chi lamenta «di dover raccogliere i figli in giro per Roma – racconta Aldo – ne ho 3 e ognuno gioca in un campo diverso. A Testaccio manca lo sport».

I cittadini, in attesa di un riscontro dal Campidoglio, stanno raccogliendo le firme per la riapertura del campo: «Promuoviamo iniziative e cerchiamo gli sponsor - assicura l'avvocato Alessandro Ciancamerla - oltre a voler vigilare sul bando e sul progetto. Per noi contano solo la storia e lo sport».