Solitamente si dice che vincere quando si gioca male è un ottimo segnale. Spesso si è detto della Juve. La Roma non è la Juve. E, soprattutto, in questo momento oltre a giocare male, a tirare poco in porta, ha un problema di fondo: la difesa. Il reparto che rappresentava la forza della squadra un anno fa, ora è diventato il punto debole. Il motivo è semplice: Maicon ha giocato due partite, Torosidis è una buona alternativa, ma se diventa il titolare non è da prima fascia; Manolas non è Benatia, soprattutto nell’impostazione del gioco e, non bastasse, ha dovuto giocare in condizioni fisiche precarie; Castan non ha mai giocato, Astori ha avuto molti problemi fisici e, forse, non vale Romagnoli; Cole vale Dodò (non Romagnoli quando è stato impiegato a sinistra). De Rossi è costretto a giocare più dietro anche per impostare e ne perde il centrocampo. L’attacco? Se non c’è Totti, Gervinho è spuntato. Destro ha fatto una buona partita da «sponda»: nemmeno un tiro in porta. Cresce Ljajic. Iturbe? Con Strootman forse cambierà qualcosa. Del domani non c’è certezza, ma intanto abbiamo una sensazione: la Juve vista contro la Lazio (che pena il confronto) sembra di altro pianeta.
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Il bunker giallorosso non c’è più
Solitamente si dice che vincere quando si gioca male è un ottimo segnale. Spesso si è detto della Juve. La Roma non è la Juve. E, soprattutto, in questo momento oltre a giocare male, a tirare poco in porta, ha un problema di fondo: la difesa.
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