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Abraham, grazie Mou: “Devo tutto a lui, il mio idolo”

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Il centravanti. "In poche settimane ho imparato da lui tanto quanto ho imparato in tutto il resto della mia carriera"

Redazione

"Vuoi venire a goderti un po' di sole o vuoi restare a vita sotto la pioggia a Londra?". La voce è quella inconfondibile di Mourinho (che ieri ha concesso 3 giorni di riposo alla squadra), scrive Francesco Balzani su Leggo. Dall'altro capo del telefono c'è Abraham. Così è iniziata di fatto la storia tra l'attaccante inglese e la Roma. Lo ha rivelato lo stesso Tammy (fresco di ritorno in Nazionale) ieri al The Guardian. Una rivincita quella di Abraham tenuto fuori da Tuchel al Chelsea dopo l'esplosione con Lampard. "È stata dura - l'ammissione di Abraham -. Allora non lo capivo davvero. Segnavo, venivo da una tripletta e, ovviamente, quando arriva un nuovo allenatore le cose cambiano. Penso che fasi come questa debbano capitarti per farti capire davvero cosa sia il calcio. Non puoi essere sempre in alto. A volte hai bisogno di toccare il fondo, quei momenti mi hanno davvero sollevato e spinto a essere ancora più affamato".

Poi è arrivato Mourinho: "Un idolo. In poche settimane ho imparato da lui tanto quanto ho imparato in tutto il resto della mia carriera. L'opzione più semplice sarebbe stata quella di restare e sedersi in panchina al Chelsea. Ho capito che dovevo mettermi alla prova. Certo, dovevo mantenere i nervi saldi, cambiare Paese è sempre una cosa coraggiosa da fare. Ma lo consiglierei ai giovani inglesi. Direi loro di non aver paura. È dura, ma mi ci sto abituando. Sono andato alla Roma, è ora di farmi vedere di nuovo".

E ora? Niente limiti per Tammy diventato in poche settimane idolo dei tifosi giallorossi. «Ora voglio essere tra i primi attaccanti al mondo e non mi fermerò fino a che non sarò lì». Con l'aiuto di Mourinho si può. Chiedere al suo idolo Drogba. Capitolo rinnovi: dopo Pellegrini in arrivo quelli di Cristante e Mancini.