Vede il Napoli e, a sorpresa, la Roma rinasce. Colpo grosso giallorosso al San Paolo: poker alla capolista (virtuale) e sorpasso sulla Lazio, scrive La Stampa.
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La Roma torna magica. Il Napoli crolla quando meno te l’aspetti
Giallorossi ordinati, intelligenti e capaci di pressare alto come nei sogni di Di Francesco
Under, una doppietta di Dzeko e la zampata di Perotti fanno capire, nonostante i problemi degli ultimi tempi, che c’è ancora un cuore che batte, nonostante sedici punti di distanza dalla vetta e il dirottamento nella lotta per un posto in Champions, nella Roma di Di Francesco.
Subito a viso aperto, senza fare troppi complimenti. Forse un inizio del genere, con un continuo botta e risposta da una parte e dall’altra, è proprio figlio della magia di Dybala all’Olimpico. Azzurri belli, geometrici e spettacolari come consolidata consuetudine della giostra di Sarri; giallorossi ordinati, intelligenti e capaci di pressare alto come nei sogni di Di Francesco. Botta e risposta nei primi minuti di gioco: al gol di Insigne, risponde quello di Under. No, questa non è la Roma molle e sfilacciata degli ultimi tempi: stavolta, aiutata da un’inaspettata leggerezza nella testa e nelle gambe, è tutta un’altra cosa. Si chiude bene, abbassa il baricentro (4-5-1 in fase difensiva), limita i rifornimenti a Jorginho, lascia fuori giri Zielinski e quando ha qualche problema, soprattutto con Insigne, può sempre contare su Alisson. Un’incornata di Dzeko porta in vantaggio la Roma ritornata finalmente ad essere una squadra in tutto e per tutto. Linee strettissime tra i reparti, centrocampo folto, spirito di sacrificio: i sogni di Di Francesco continuano a rimanere realtà anche per tutto il secondo tempo. Tanto il Napoli, come nel bene, non cambia neanche nel male: Insigne predica nel deserto, Alisson fa sempre e comunque buona guardia. Dall’altra parte, invece, si aprono praterie inaspettate per gli operai specializzati giallorossi. Dzeko, con un sinistro d’autore, e Perotti, sfruttando uno sciagurato disimpegno di Mario Rui, firmano il poker, sporcato nel finale da Mertens, che vale il sacco del San Paolo.
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