L'Italia è un paese di calciatori e mediatori che ha sempre meno soldi per i primi ma può pagare le commissioni per i secondi. La ricca Germania sborsa ai mediatori meno di un terzo (30 milioni) per esempio. E uno dei dati del Global transfer market report della Fifa. Il calcio si conferma un business globale con 14.591 affari completati per un valore di 4,48 miliardi di euro. II Transfer matching system (Tms), la piattaforma elettronica che controlla i trasferimenti internazionali conferma l'impennata della Super League cinese, la continua crescita della Premier inglese. «E il chiaro segnale di come il calcio sia diventato sempre più globale», spiega Kimberly Morris, general manager di Fifa Tms. La deregulation voluta da blatter (che ha cancellato l'albo dei procuratori) ha spalancato le porte a chiunque. Le mediazioni sono aumentate da 256,4 a 344,9 di cui la maggior parte in Inghilterra «dove ci sono i soldi», racconta più di un operatore di mercato, e in Italia, «perché siamo il Paese dei maneggioni». Adesso per essere agenti bastano 500 euro e un'autocertificazione. Così, molti si sono specializzati nelle intermediazioni. Un buon giocatore piazzato in Premier o in Russia vale diversi soldi. Si spende tanto per pochi giocatori, quelli che finiscono sui giornali. E solo 1'1,5% degli affari è superiore ai 4,7 milioni di euro. Siamo nel regno dei parametri zero, dei giocatori presi alla scadenza naturale del contratto: nel 2016, sono stati il 66% del totale. Poi ci sono i prestiti al 14%. L'Inghilterra è dove si spende di più. 1,28 miliardi di euro, il doppio della Germania, al secondo posto della classifica. In Italia però siamo diventati bravi venditori. Dal nostro paese sono partiti atleti per 454,4 milioni di euro. Meglio ha fatto solo la Spagna, che ha incassato 518,2 milioni. Il più grande esportatore di calciatoti resta il Brasile (806 giocatori, 3,6%), seguito da Inghilterra (732) e Spagna (536). Aumenta ovviamente l'import di calciatori della Cina (159), dove però, dati alla mano, tutti vengono pagati almeno il doppio.
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Il boom della Cina spinge il pallone. Ma i nuovi ricchi sono i procuratori.
I dati parlano di un giro di affari sempre più internazionale. In Italia emerge il saldo delle vendite
(M. Nerozzi)
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