La favoletta della Roma grande con le piccole, in attesa di esserlo anche con le concorrenti dirette, è già finita nel libro dei ricordi, come scrive Matteo De Santis su La Stampa.
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Dzeko&Schick non funzionano. Ora la Roma è in crisi di identità
Di Francesco: "Facciamo mea culpa. Siamo stati sottotono e se vogliamo ambire a traguardi importanti non ce lo possiamo permettere"
Con il Sassuolo, resuscitato dalla cura Iachini, altri due punti vitali lasciati per strada: sei in tutto, in poco più di un mese comprendente anche lo sfratto al primo colpo dalla Coppa Italia per mano del Toro. La crisi d’identità romanista, la prima dell’era Di Francesco, è ufficialmente aperta.
Andando avanti di questo passo, con una sola vittoria (1-0 con il Cagliari al 94’ grazie alla Var, dettaglio non secondario) nelle ultime cinque uscite stagionali, perdere terreno dalla vetta è la logica conseguenza. "Facciamo mea culpa – ammette Di Francesco – siamo stati sottotono e se vogliamo ambire a traguardi importanti non ce lo possiamo permettere. Mi auguro che sia solo un momento passeggero, probabilmente l’uscita dalla Coppa Italia ci ha tolto qualcosa dal punto di vista mentale".
Le prove tecniche di convivenza Dzeko-Schick e della relativa compatibilità di coppia con il 4-3-3 della casa hanno persino ingarbugliato le cose in attacco, già abbastanza ingolfato di suo. "Possono giocare insieme. Ma oggi come oggi, anche se Schick sentiva i sintomi dell’influenza, l’esame non è stato superato", la riflessione di Di Francesco.
Il cantiere romanista rimane apertissimo. L’errore, probabilmente, risiede nell’averlo considerato chiuso troppo in fretta.
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