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“Vendeva calzini e cinture”. Lulic, offese razziste a Ruediger

Le parole del giocatore biancoceleste al tedesco nel postpartita fanno inorridire, ma la vicenda è nata sabato mattina

Redazione

Senad Lulic, con il sangue bollente ancora in circolo dopo la sconfitta nel derby, si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni pesanti, dai contorni razzisti. «Rüdiger fino a due anni fa vendeva calzini e cinture a Stoccarda, ora fa il fenomeno». Le motivazioni per spiegare il perché di queste parole si trovano, basta tornare a sabato mattina, quando sui tavoli di Formello è finito il quotidiano “Il Tempo” con l’intervista al difensore tedesco, titolata: «Lazio chi? Vinciamo noi». L'ex Stoccarda ha pungolato i cugini con dichiarazioni antipatiche, come ad esempio: «Il loro allenatore non lo conosco».

I giocatori della Lazio, Danilo Cataldi in primis, non hanno esitato a rispondere: «Chi ha parlato? Non ti conosciamo...», ha scritto sul proprio profilo Twitter il centrocampista biancoceleste. Ma proprio durante la partita, nel momento dell'esultanza per il gol di Strootman, le schermaglie si sono tradotte sul campo: il difensore romanista e Cataldi si ritrovano a discutere davanti alle panchine, mentre il laziale stava protestando con il quarto uomo. Scambi coloriti colti da Strootman, che risponde schizzando con la bottiglietta il rivale.

Dal gesto dell'olandese, sbagliato e forse ingenuo, si è passati alle frasi di Lulic, che toccano un terreno completamente diverso. Anche un dirigente della Lazio, nel tentativo di sdrammatizzare, è scivolato:«Lulic? Con frasi simili Trump ci ha vinto le elezioni». Lo stesso bosniaco ha provato a correggersi, inciampando per la seconda volta: «Anche i bianchi vendono calzini». Secondo quanto riporta La Repubblica, il procuratore federale Pecoraro acquisisca le registrazioni per valutarle: se riscontrasse dichiarazioni discriminatorie, Lulic rischierebbe almeno 10 giornate di squalifica e 20mila euro di multa (art. 11).

Rüdiger, una volta appresa la notizia delle parole di Lulic, si è limitato a sorridere e a scuotere la testa, senza però tornare sull'argomento. A commentare il tutto ci ha pensato il dg giallorosso, Mauro Baldissoni: «Sono parole che si commentano da sole»«Quelle frasi sono un problema per chi le dice», dichiara Spalletti. Nainggolan prende spunto dalla campagna anti-razzismo dell'UEFA e allega al suo post sui social l’immagine con il “No to racism” e la scritta: «Qualcuno dovrebbe imparare queste tre parole». Alla fine, comunque, arriva il mea culpa del giocatore biancoceleste e della società: «Dopo la partita la testa si scalda e si dicono cose che non si dovrebbero dire». La Lazio «si duole» per quelle frasi e «chiede scusa» per le parole «nate dalla concitazione del momento» e «espressione di un derby perso e che ha fatto male ai giocatori».

(M. Pinci)