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“Una spia in Curva Sud: caccia al basista degli ultrà Stella Rossa”

“Una spia in Curva Sud: caccia al basista degli ultrà Stella Rossa” - immagine 1
Le voci che circolano in città sono tante, c’è anche l’ipotesi della pista interna, quella che narra di uno o più traditori

Redazione

 Il lavoro della polizia non basterà, scrive Andrea Ossino su La Repubblica. Il raid con cui i tifosi della Stella Rossa di Belgrado sabato scorso hanno rubato due striscioni e due stendardi ai Fedayn giallorossi, gruppo espressione della borgata del Quadraro fondato nel 1972, è un oltraggio che va vendicato “personalmente”. Non solo perché un ultrà è prima di tutto un ribelle degli stadi, allergico alle “guardie” e alle autorità in generale, ma perché quel pezzo di stoffa rossa per gli aderenti al gruppo è “sacro”.  Il furto dello striscione dunque non è più solo una questione di stadio, ma di vita. L’affronto “va vendicato”. I Fedayn adesso ragionano su come riprendersi i drappi rubati e danno la caccia al basista che ha indicato agli hooligans della Stella Rossa i tre ragazzi che portavano la sacca con lo striscione fatto l’anno scorso per i 50 anni del gruppo, oltre a quello della “Brigata Roberto Rulli” che porta il nome del fondatore e che viene solitamente esposto sul tabellone dell’Olimpico, lo stendardo “via Livilla” e quello che critica la commercializzazione del calcio moderno,”anti fan zone”. Le voci che circolano in città sono tante, c’è anche l’ipotesi della pista interna, quella che narra di uno o più traditori. Ma nell’informativa che la polizia ha depositato in procura non c’è nulla di tutto ciò. Vengono monitorate le chat degli ultra e le immagini delle telecamere che riprendono le fasi della fuga dei tifosi serbi, scappati probabilmente a bordo di una decina di macchine.