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Tavecchio e l’agenda 2015 Il ct, la serie A a 18 e gli arbitri

Tavecchio vuole che il campionato '15-'16 finisca prima del 22 maggio, e su questo fronte ha trovato un importante alleato nella Juve. Ma gli altri club che ne pensano?

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Primi mesi del 2015 decisivi per le riforme del pallone: Carlo Tavecchio lo sa, ed è pronto a pigiare sull'acceleratore. Qualcosa è stato fatto (rose, vivai, extracomunitari, fair play finanziario, eccetera) ma non basta. In ballo c'è il futuro del ct Conte, la riforma dei campionati e adesso anche la grana degli arbitri. Tavecchio vuole che il campionato '15-'16 finisca prima del 22 maggio, e su questo fronte ha trovato un importante alleato nella Juve. Ma gli altri club che ne pensano? La Lega di A decide a gennaio: Conte aspetta, potrebbero essere anche disposto a rinunciare allo stage di febbraio, ma vuole preparare nel migliore dei modi gli Europei 2016 di Francia. Attenzione perché il rischio che il ct saluti tutti a giugno, accasandosi magari al Psg. La mediazione di Tavecchio, che ha già mandato in esplorazione il suo "ambasciatore" Michele Uva e che si proclama ottimista, sarà decisiva. Poi, la riforma della A, della B e chissà pure della Lega Pro (dove il prossimo presidente dovrebbe essere Gabriele Gravina): è la partita più dura, forse, ma il n.1 della Figc è pronto a chiedere aiuto a Malagò se le trattative dovessero fallire, cosa possibile. Inoltre dovrebbe passare la norma che prevede le multiproprietà, tanto cara a Lotito, e non le seconde squadre, caldeggiate da Agnelli.

Infine, gli arbitri. MarcelloNicchi punta al terzo mandato e ha fatto modificare le norme dell'Aia che prima prevedevano un quorum del 66% (deciso di Abete e Gussoni) e ora sceso al 55%. Inoltre pare che l'Aia, associazione italiana arbitri, voglia ridurre anche il periodo della campagna elettorale da 30 a 15 giorni: ma i comitati regionali sono 21, sarebbe complicato visitarli tutti. Le modifiche votate dall'Aia ora passeranno all'esame della Commissione carte federale della Figc, commissione presieduta dall'avvocato pugliese Vittorio Mormando, poi potrebbero approdare in consiglio federale. C'è aria di bocciatura: Tavecchio vuole vederci chiaro su quello che succede all'Aia, e non solo su queste nuove norme, e questo blitz del 21 dicembre pare che a Via Allegri non sia stato affatto gradito. Ma Nicchi ha intenzione di andare avanti: in caso di stop, andrà alla Corte di giustizia federale (e in caso di ulteriore stop al Collegio di garanzia del Coni, dove Frattini metterebbe la parola fine). Lo stesso Malagò è seccato con Nicchi, intenzionato a estromettere il rappresentante del Coni dal Comitato dei garanti. Petrucci aveva indicato prefetto Mazzilli, confermato poi dallo stesso Malagò: ma l'impegno dell'ex n.1 dell'Osservatorio è poco gradito all'Aia. Insomma, Malagò-Tavecchio sono più che mai alleati e presto potrebbero arrivare allo scontro col presidente Aia. Nicchi in questi anni ha lavorato bene ma le sue nuove mosse hanno creato, stanno creando, scompiglio. E poi, siccome parla di democrazia, perché non ha proposto un limite a due mandati (8 anni) anche per i presidenti arbitrali come succede per il presidente del Coni?