Il rientro dopo lo stop del campionato è traumatico per i giallorossi (come già accaduto con Chievo e Spal in questa stagione), che hanno un ruolino di marcia piuttosto imbarazzante: 19 punti in 13 giornate sono un bottino non da zona Champions.
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Una partenza così negativa, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica, non si vedeva dall’annata 2011-12, quella con Luis Enrique in panchina (allora i punti erano 17). "Sono avvelenato – il nervosismo di Di Francesco – perché non siamo ancora una grande squadra e non stiamo crescendo".
Forse troppo turnover (in panchina c’erano Dzeko, Florenzi e Under), troppi infortunati (non convocati De Rossi, Manolas, Pastore, Perotti), o magari la testa era alla Champions, dove la Roma è la faccia bella di se stessa e martedì prossimo, contro il Real Madrid, le basterà fare un punto per raggiungere gli ottavi.
Al generale nervosismo per uno scarso rendimento dei giovani schierati (vedi Kluivert, che ce l’aveva con se stesso e col mondo) e Schick (preferito a Dzeko ma evanescente), si aggiungono gli infortuni di Olsen e Lorenzo Pellegrini, entrambi con problemi ai flessori.
Di Francesco non avrà De Rossi almeno fino alla trasferta di Cagliari, e Pastore ancora non dà le giuste garanzie fisiche. La Roma avrà l’impegno di coppa martedì e poi l’Inter, sempre all’Olimpico, domenica prossima.
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