Dybala o non Dybala, (non) è questo il problema. Almeno non dovrebbe esserlo, scrive Piero Torri su La Repubblica, visto che stiamo parlando, al netto degli stop fisici, dal punto di vista tecnico del miglior calciatore del nostro campionato, l'unico in grado di regalare un sogno.
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Paulo o non Paulo? I problemi sono altri. Dybala è l’unica stella della Roma
Perché, come ci ha regalato la poesia di Ivano Fossati, c'era un tempo sognato che bisognava sognare e Dybala, appunto, rappresenta perfettamente tutto questo nei confronti di una tifoseria che in poche settimane dal via della campagna abbonamenti, ha già garantito un numero superiore alle trentacinquemila presenze, il tutto senza sapere minimamente che Roma sarà quella della prossima stagione. Eppure si racconta che a Trigoria non ci sia una dirigenza capace di sognare. A cominciare da Lina Souloukou considerando che i Friedkin ora sembrano molto presi dalla più che probabile nuova avventura nella perfida Premier con l'Everton. E questa resistenza al sogno è rappresentata dai dubbi che ci sono sul futuro giallorosso della Joya.
L'argentino con la Roma ha un contratto in scadenza il 30 giugno del prossimo anno, contratto che prevede un'opzione per il prolungamento per un'ulteriore stagione a patto che l'argentino giochi il 50% delle partite. È un contratto pesante, è vero, perché garantisce al giocatore un ingaggio netto annuale da circa 8 milioni, cifra a cui è arrivati partendo dai 3 milioni e 8mila della sua prima stagione in giallorosso.
L'argentino negli ultimi due anni, infatti, ha maturato una serie di bonus che prevedevano un aumento di 300mila euro ogni volta che toccava quota 5 tra gol e assist e altri 300mila ogni 15 presenze in campo. In questo senso ha maturato quattordici step che, appunto, fanno salire tutto il cucuzzaro a circa otto milioninetti. Cifra che in quest'epoca di spending review orchestrata dal Ceo giallorosso stride con quell'operazione risparmio che da un po' di tempo, anche se non tutti se ne sono accorti, è in atto in casa romanista. Con questo vogliamo dire che se mai si dovesse appalesare un club, con il consenso del giocatore, che nella finestra dal primo al trentuno luglio decida di versare nelle casse romaniste i 12 milioni previsti dalla clausola per salutare, a Trigoria non tutti ne sarebbero dispiaciuti. Tra questi non è compreso De Rossi che il più grande estimatore della Joya in casa Roma, conseguenza della consapevolezza che c'è una Roma con Dybala anche come attrattiva per altri giocatori) e una senza che, dopo aver cacciato Mourinho e salutato Lukaku, si vedrebbe definitivamente privata del privilegio di sognare.
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