Champions o non Champions, (non) è questo il problema, scrive Piero Torri su La Repubblica. Nel senso che qualificarsi per la coppa con le grandi orecchie vorrebbe sì dire garanzia di una cinquantina di milioni per il bilancio della Roma che da un anno e per altri tre è stato, è e sarà sotto la rigida lente d'ingrandimento dell'Uefa, ma una società deve avere la visione e il coraggio di guardare oltre l'orizzonte più prossimo. E questo vuole dire che a due mesi dalla fine di questa stagione, la Roma nelle prossime settimane dovrà cominciare a dare una risposta a una serie di interrogativi fondamentali per programmare il futuro. Il tutto per poter essere in grado di stilare un piano A nell'auspicabile caso di un ritorno in Champions e un piano B nella malaugurata ipotesi che si sia costretti a continuare, come da 5 stagioni a questa parte, a dover fare a meno del tanto cash garantito dalla coppa più coppa che c'è. Servono risposte al di là di quello che succederà in campo, dove l'Europa League rimane un obiettivo da inseguire così come quel quarto posto che è distante appena un punto. Gli interrogativi a cui dare una risposta sono parecchi. In particolare uno, dal quale per molti versi discendono tutti gli altri. Ovvero: Mourinho il prossimoanno sarà ancora l'allenatore della Roma? Il resto è una conseguenza.
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La Repubblica
Mou o non Mou: il vero dilemma dei Friedkin
L'interrogativo più importante per la Roma. Il resto è una conseguenza.
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