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Magliette taroccate? Ora c’è una nuova legge

(repubblica.it – SPY CALCIO F.Bianchi) Una piaga molto italiana, quella delle magliette di calcio taroccate, vendute magari impunemente davanti agli stadi.

Redazione

(repubblica.it - SPY CALCIO F.Bianchi)Una piaga molto italiana, quella delle magliette di calcio taroccate, vendute magari impunemente davanti agli stadi. Un danno enorme all'erario e ai club. Ma ora c'è una proposta di legge, presentata alla Camera, che vuole stroncare il fenomeno. Come? A suon di multe (da 10.000 a 200.000 euro) e sequestri. La proposta è dell'onorevole (Pd) Filippo Fossati, toscano, uomo di sport. Esattamente si tratta di "disposizioni per la tutela dei segni distintivi delle società sportive, enti e federazioni, e per la disciplina della loro utilizzazione commerciale e delle sponsorizzazioni sportive". Come spiega Fossati, nella sua introduzione, si tratta dello stesso testo "proposto nella XIV legislatura dall'on. Giovanni Lolli" e chissà in quale cassetto finito. Ora si spera che Fossati abbia migliore fortuna del suo collega di partito.

Il deputato Pd spiega che "nel tempo si è evidenziata una carenza normativa idonea a contrastare, con regole e con criteri precisi, da una parte, la devastante attività di contraffazione dei marchi e dei prodotti sportivi e, dall'altra, il fenomeno dell'"ambush marketing" (denominato anche marketing di imboscata).

La contraffazione dei marchi sportivi, dei loghi e dei nomi delle società sportive, degli enti e delle federazioni del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) genera gravissime perdite in termini di fatturato, proprio in un momento in cui lo sport fa fatica a crescere... Anche l'ambush marketing sottrae risorse economiche allo sport, sia pure in modo più sottile, quasi subdolo. Esso consiste sostanzialmente nel tentativo da parte di aziende, che non sono sponsor o partner dell'evento, di distogliere l'attenzione del pubblico dallo sponsor medesimo attraverso forme di comunicazione simili o analoghe, e di attirarla su di loro utilizzando la popolarità dell'evento e del marchio senza investire in contratti di sponsorizzazione e di "merchandising"".

Ai Mondiali di calcio 2006 ad esempio molte aziende, pur non essendo sponsor della Figc, hanno " sfruttato l'evento, associandolo ai colori e ai simboli nazionali, per lanciare prodotti e pubblicizzare loro servizi". Una pratica illegale. Da qui la proposta di legge. La necessità di "stabilire, una volta per tutte, il confine tra l'attività lecita e quella illecita, fissando princìpi e criteri già applicati in altre occasioni, ma estendendo la protezione a tutti gli operatori del mondo dello sport".