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L’addio di Fonseca, ricordi e stoccate: “Mourinho? Non vince da tanto”

LaPresse

Il tecnico: "La mia eleganza? Io sono così, non posso fare finta di essere diverso, per me è un pregio, una cosa molto importante"

Redazione

Paulo Fonseca ha salutato Roma con una passeggiata al Colosseo sabato pomeriggio, da solo, poche ore prima dell’ultima partita da allenatore giallorosso, scrive Matteo Pinci su La Repubblica. Una t-shirt bianca, la mascherina a nascondere lo sguardo nostalgico puntato su quella bellezza tutto intorno. Una città che ha adorato e a cui deve dire addio per far posto a José Mourinho, il più ingombrante dei sostituti possibili. “Mourinho? Non vince da tanto", ha detto in un’intervista a Sky, “ma ora è in una nuova società che sta costruendo un buon futuro". La stoccata però sugli anni meno luminosi della sfavillante carriera del connazionale è arrivata. Prima di una retromarcia, più adatta all’immagine elegante a cui la gente si è abituata: “Lui è un grande allenatore e gli auguro tanto successo qui. Con José ci siamo scambiati un messaggio, ha avuto parole di onestà. La mia eleganza? Io sono così, non posso fare finta di essere diverso, per me è un pregio, una cosa molto importante". Per Fonseca invece è ancora presto per parlare di futuro.  Un addio iniziato con il congedo di un’altra figura: “Il momento più difficile è stato quando il ds Petrachi se n’è andato. Sono rimasto da solo a gestire tutto con nuova società. Con Pinto ho un buon rapporto e ho sempre sentito la fiducia del presidente. Ma prima, quando ero solo con la squadra, quello è stato un problema".