(La Repubblica - M.Azzi/M.Pinci) I soldi non faranno la felicità, ma a volte possono aiutarti a comprare quanto ti serve per inseguirla. Soprattutto se sei un grande club alla ricerca dei gol di un grande attaccante. Uno, per capirci, come Edinson Cavani: non c’è da stupirsi allora se De Laurentiis, che uno così ha la fortuna di averlo in casa, non scenda di una virgola dalla richiesta di onorare l’intera clausola rescissoria da 63 milioni di euro a chiunque bussi per lui.
rassegna stampa roma
Il prezzo del gol. Dal Chelsea al Real Madrid pazzi affari per un attaccante
(La Repubblica – M.Azzi/M.Pinci) I soldi non faranno la felicità, ma a volte possono aiutarti a comprare quanto ti serve per inseguirla. Soprattutto se sei un grande club alla ricerca dei gol di un grande attaccante. Uno, per capirci, come...
Un mercato, quello delle punte, che vale - e muove - oltre 200 milioni in una sola estate. Lo sa bene il Real, costretto a scontrarsi con un rumorosissimo “no” quando è andato a bussare in casa Tottenham per chiedere i gol di Bale: i 70 milioni messi sul piatto per la stella gallese che al Madrid garantirebbe un’eco mediatica in tutto il Regno Unito da sfruttare in chiave marketing, non sono bastati per convincere i londinesi.
Loro ne chiedono almeno 20 in più, sfruttando l’immagine da “Cristiano Ronaldo made in UK” costruita attorno all’esterno nell’ultima stagione. Una strategia simile a quella che adotta il Dortmund di fronte alle pressioni del Bayern per Lewandowski: 30 milioni o non se ne fa nulla, l’unica risposta. E pazienza se i bavaresi di Guardiola aspetteranno, forti di un accordo con l’attaccante polacco per il 2014, quando sarà in scadenza, offrendone subito 15-20. Di più, molti di più, quelli che il City aveva disposto per Cavani: 48 milioni, tutti e subito, non sono però bastati a convincere il Napoli. Avanti un altro: il Chelsea di Mourinho, che con il giocatore della Celeste ha da tempo un’intesa di massima, per averlo ha già fatto sapere di essere pronto a metterne sul piatto 52-53. Ma da qualche ora è entrato in corsa anche - soprattutto? - il Psg di Leonardo. «Mi piace tantissimo, sarei onorato se venisse da noi», ha ammesso Blanc allenatore dei francesi.
Un interesse già anticipato qualche tempo fa dagli agenti dell’attaccante uruguayano al presidentissimo azzurro: in queste ore ha poi fatto seguito il contatto con Leonardo, pronto a veicolare una proposta da 58 milioni di euro. Aperto però anche a una formula diversa, persino più affascinante: soldi, tanti, e il cartellino di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese in fondo non vede l’ora di lasciare Parigi (la lite tra il suo agente Raiola e quello di Blanc non aiuta certo) e per tornare in Italia sarebbe anche pronto a sforbiciate importanti all’ingaggio super garantito dallo sceicco Al Thani: scenderebbe fino a 6-7 milioni annui, cifre che De Laurentiis non avrebbe problemi a riconoscergli, grazie al super conguaglio, almeno 40 milioni, che gli garantirebbe lo scambio. Napoli e Psg, forti di rapporti eccellenti, ne parleranno. Certamente prima dell’amichevole del 30 luglio al San Paolo.
Ma Ibra, che il Psg non ha convocato per il pre-ritiro, piace anche alla Juve. Mentre Benitez non boccerebbe eventualmente Menez. E chissà che l’amore parigino per il Matador non riaccenda la fiamma del Chelsea, portando a un rilancio fino a 50 milioni e il cartellino di Ramires. Soldi che a Napoli spenderebbero volentieri per Jovetic, idea fissa di De Laurentiis, ma valutato dalla Fiorentina 30 milioni, non uno di meno. Niente sconti, neanche di fronte al pressing della Juventus, che smania per aggiungere il talento del montenegrino a quello di Tevez, Llorente e Vucinic (cercato dallo Zenit). Soprattutto dopo essersi dovuta arrendere nella corsa a Higuain: «Con l’Arsenal la trattativa è molto avanzata», ammette il papà dell’attaccante del Real. Costo sui 28 milioni, 7,5 annui al giocatore, anche se su di lui, silenziosamente, continua a muoversi anche il Chelsea. E i Gunners accelerano anche per Rooney, un regalino a Wenger da una trentina di milioni. Soldi che non faranno la felicità, ma aiutano di certo a sentirsi un po’ più folli. Pardon, più forti
© RIPRODUZIONE RISERVATA