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Il furto dello striscione dei Fedayn: spunta la pista bulgara

Il furto dello striscione dei Fedayn: spunta la pista bulgara - immagine 1
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per gli incidenti di sabato pomeriggio in piazza Mancini

Redazione

Cinquanta ultras serbi che si sono volatilizzati nel nulla dopo un’azione paramilitare. E un intrigo internazionale, alimentato da audio virali e voci di ogni tipo, che attraversa Roma, Napoli e Belgrado per arrivare fino in Bulgaria, scrive Marco Carta su La Repubblica.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo per gli incidenti di sabato pomeriggio in piazza Mancini al termine della partita di calcio Roma Empoli. L’indagine è per rissa e porto di arma impropria: due sono i feriti ufficiali, ma il numero delle persone aggredite dai serbi è di sicuro più alto. Nessuno di loro si è recato in ospedale. Così come non è stata fatta una denuncia per la rapina del borsone in cui erano custoditi gli striscioni dei Fedayn.

Non è chiaro se siano stati supportati logisticamente da qualcuno. La polizia sta cercando di ricostruire il loro passaggio a Roma e in Italia: di sicuro gli ultras della Stella Rossa due giorni prima si trovavano a Milano per una partita di basket. I moventi possibili del furto al momento sono tanti e tutti da verificare.

I Fedayn potrebbero essere stati presi di mira per il gemellaggio con la curva della Dinamo Zagabria, dove nel 2018 comparve una grande scritta: “Fedayn, no surrender”. All’azione, così si sostiene nelle tante chat giallorosse, potrebbero avrebbero partecipato anche alcuni ultras del Lokomotiv Plovid, gemellati con entrambe le tifoserie. I tifosi bulgari la scorsa settimana sono stati a Napoli per il ventesimo anniversario del gruppo partenopeo Nuova Guardia. Da Napoli sono andati via sabato, lo stesso giorno del match Roma-Napoli. La digos smentisce la loro partecipazione al blitz di piazza Mancini. Al momento, però, nessuno dei partecipanti è stato identificato.