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La Repubblica

I Friedkin lascino parlare De Rossi

I Friedkin lascino parlare De Rossi - immagine 1
Il mister ha bisogno di rinforzi in vista della seconda parte del ritiro in Inghilterra
Redazione

Se da una parte, gli allenatori delle altre big del nostro campionato hanno spiegato il loro progetto e messo sul tavolo la loro ambizione nella speranza di vincere, dall'altra c'è il silenzio, non crediamo per sua scelta, di Daniele De Rossi. Secondo quanto scrive Piero Torri su La Repubblica, tutta la Roma si è rinchiusa nella segretezza di Trigoria cominciando a preparare la stagione che sullo striscione d'arrivo ha scritto a caratteri più o meno cubitali "Champions". Tutto questo per dire come l'originalità della Roma rappresenti un'anomalia in quel mondo che, con il passare degli anni, ha sempre più capito come il fattore comunicazione tutto sia meno che un dettaglio. Oltretutto di cose da dire ce ne sarebbero parecchie. In particolare dopo oltre quindici giorni di ritiro in cui di facce nuove si sono viste solo quella del centrocampista francese Le Fée e del secondo portiere Ryan. Che direbbe De Rossi a proposito di un centravanti che ancora non c'è? E di un esterno destro titolare che continua a latitare a meno di un mese dal via del campionato? E di un altro centrocampista di gamba, box to box, che è tuttora un'idea? E di un centrale dilensivo per arricchire un reparto che come alternative ha uno Smalling che è tutto un quiz e un Kumbulla che a Sassuolo non ha brillato? E di un attaccante esterno in grado di garantire qualità e gol? E di una panchina che deve essere arricchita? E di una serie di cessioni (Solbakken, Shomurodov, Darboe, Karsdorp) che dovrebbero aiutare ad aumentare il budget? Qualche settimana fa De Rossi disse che era ancora troppo presto per preoccupari. Magari è una convinzione, ma crediamo di non sbagliare dicendo che la preoccupazione del Sedici oggi sia molto più concreta.