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Giustizia sportiva, il no di Barelli. E adesso stangata sulla Figc?

Assente Abete, perchè in Brasile, il quale aveva mostrato qualche perplessità su alcuni aspetti.

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Via libera alla riforma della giustizia sportiva. "Qualcosa di epocale, un grande passo", gongola Giovanni Malagò dopo la Giunta e il Consiglio Nazionale del Coni. Ha mantenuto la promessa che c'era nel suo programma elettorale. Forse le Federazioni avranno meno spazio di manovra, ci sarà più trasparenza: adesso, e in passato, qualche presidente si è servito degli organi di giustizia sportiva (anche) per mettere a tacere eventuali opposizioni.

Qualcuno ha nominato pure il figlio nelle varie commissioni e qualche procuratore federale ha deferito addirittura per vilipendio (di chi?). Situazioni grottesche, contro ogni etica. Ora cambia tutto, e a chi si lamenta di maggiori costi il professor Giulio Napolitano, che ha diretto lo staff di avvocati e giuristi, replica in maniera tagliente: "Il vero costo sta nella novità". Qualche presidente faticherà ad adeguarsi. Paolo Barelli (Federnuoto) ha confermato il suo voto contrario: "Per coerenza. Non mi sta bene il superprocuratore Coni che va a ledere l'autonomia delle Federazioni".

Il suo è stato l'unico voto contrario in Giunta (e Consiglio Nazionale). Il professor Fabio Pigozzi, rettore dell'Università del Foro Italico, invece si è astenuto. Gianni Petrucci (Federbasket) stavolta ha votato a favore. Giancarlo Abete (Figc) non c'era, è ai Mondiali: insieme con il dg della Figc, Antonello Valentini, aveva parlato a lungo con Malagò, facendo presente la sua perplessità su alcuni aspetti.

Ma la posizione della Figc si era molto ammorbidita rispetto ad alcuni mesi, ora che il codice unico, almeno per le grandi Federazioni, non esiste più. Avrebbe votato a favore Abete? "E' andata bene che sta in Brasile..." ha scherzato il n.1 del Coni. A settembre inoltre si conosceranno i numeri della ripartizione dei contributi alle Federazioni: e qui ci sarà la vera battaglia. C'è la volontà di tagliare (drasticamente) alla Figc, che adesso prende 62 milioni a stagione dal Coni. I nuovi criteri prevedono il 72% per la preparazione olimpica e il 18% per i tesserati: c'è chi vorrebbe tagliare addirittura della metà il contributo alla Figc. Abete si oppone, in Figc ritengono che i nuovi parametri siano "punitivi". Alfio Giomi (Fidal):" Non è una guerra al calcio, io non so se alla fine Abete prenderà di più o di meno. Non ho idea. Le cifre non le conosciamo ancora. Ma posso dire che l'atletica in questi ultimi 15 anni è stata fortemente penalizzata, così non è più competitiva. L'atletica ha fatto la storia del Coni, basta vedere le feste del Centenario". Scandalo Fise (sport equestri): buco di bilancio di 9 milioni da ripianare in 3-4 anni, continua il commissariamento ma la Corte dei Conti cosa dice? Incredibile comunque che per anni (prima di Malagò) nessuno si sia accorto di nulla.