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Coronavirus, Gravina: “Il campionato arriverà in fondo”

Il numero uno della Figc: "Non c'è una deadline per ripartire. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio"

Redazione

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ribadisce ancora una volta la volontà di concludere il campionato, altrimenti, con uno stop definitivo, "darebbe inizio a una serie di contenziosi" dice il numero uno federale nell'intervista rilasciata a La Repubblica.

Il direttore dell’Iss, Rezza, è contrario al ritorno in campo. È un parere che vi condizionerà?

"Ho massimo rispetto per la scienza e per chi ha la responsabilità di applicarla, ma non posso ammainare bandiera. Lavoriamo sul come, non sul quando. Quando il Paese tornerà a vivere, quando ci saranno le condizioni per altri settori tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine. C’è tempo".

Perché esclude lo stop definitivo?

"Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità. La Fifa ha tracciato la via: non comincerà la nuova stagione senza aver concluso prima questa".

C’è una deadline per ripartire?

"No, non c’è. Andremo di pari passo con gli altri campionati europei. Se ci faranno giocare a inizio giugno, abbiamo le date utili per terminare a fine luglio. A seguire, le coppe. Se invece dovremo ripartire a settembre, chiuderemo questo campionato a novembre. Per ritornare in campo a gennaio".

A quel punto il prossimo campionato cambierebbe formula?

"Valutiamo tutte le ipotesi. Una è organizzare le competizioni su anno solare, ma, ripeto, serve il coordinamento con tutte le federazioni europee. Altrimenti, dovremo chiudere la stagione a maggio prima dell’Europeo. Il campionato 2021 potrebbe disputare in 5 mesi. Ci sono delle idee sul tavolo, ad esempio una formula con due o più gironi e poi play-off e play-out. Misure eccezionali, solo per una stagione".

Giocare a Bergamo alla ripresa sarà molto difficile.

"Sì. E anche a Milano, a Brescia o a Cremona. Un campionato sotto il Rubicone, senza partite al nord, è una possibilità".

L’Nba valuta di trasferire il circo a Las Vegas, la A potrebbe trasferirsi tutta in una sola città?

"Non si possono giocare 10 partite sullo stesso campo in un week-end e servirebbero 20 centri d’allenamento".