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La Repubblica

Come la Magica Mou si ama non si discute

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Lo Special One è entrato nel cuore e nell'anima di un ambiente che da troppo tempo era in attesa di avere un Grande Capo
Redazione

Cento di questi Mou. Dopo la sconfitta di Bergamo potrebbe sembrare inopportuno celebrare le cento panchine romaniste dello Special One, ma noi per quel senso da bastian contrario che ci ha sempre fatto da stimolante compagnia, lo vogliamo fare proprio perché la centesima è stata una sconfitta, scrive Piero Torri su La Repubblica. E lo vogliamo fare non tanto per i numeri che il tecnico ha messo insieme fin qui. Numeri che dicono 53 vittorie, 19 pareggi, 28 sconfitte, 40 di queste partite concluse senza subire gol, elemento fondamentale se si pensa che una squadra vincente si costruisce partendo dalla solidità difensiva.  Vogliamo sottolineare la rivoluzione tendente alla mutazione che Mou ha portato a Trigoria, nel cuore e nell'anima di un ambiente che da troppo tempo era in attesa di avere un Grande Capo in grado di dire “seguitemi e non ve ne pentirete”. A Roma nessuno se ne è pentito. Anzi. Nella Capitale non c'è mai stato un allenatore amato come il guru portoghese. C'è un carisma che da queste parti ha trovato migliaia di discepoli pronti a buttarsi nel fuoco per il portoghese. Perché Mou non ha allenato soltanto la squadra, ma l’intero ambiente, spingendo tutti a pensare in grande perché “nothing is impossibile”. E la tifoseria è tornata al concetto “la Roma non si discute, si ama”. Come Mourinho.