Lo stadio della Roma sarà in prevalenza a stelle e strisce. I lavori per l'impianto dovrebbero essere assegnati a trattativa diretta, senza obbligo di passare per le forche caudine della gara pubblica, al colosso americano Aecom, quasi 100mila addetti, al 156° posto nella lista delle 500 multinazionali più ricche degli States secondo Fortune. Un affidamento che però non sarà esclusiva, come scrivono Vitale e Bennewitz su "Repubblica": un altro gigante dell’edilizia, stavolta italiano, è infatti in pole position per entrare nell’affare. Si tratta della Salini Impregilo, riconosciuto global player nel settore delle grandi infrastrutture, che tuttavia proverà a prendersi la fetta più grossa della torta.
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Cantiere stadio al colosso Usa. Il mega affare va ad Aecom
La società americana è al 156° posto nella lista delle 500 multinazionali più ricche degli States. Ma non avrà l'esclusiva: anche la Salini Impregilo, gigante dell'edilizia italiano, è in pole per entrare nell'affare
Il resto del complesso resterà invece appannaggio della famiglia Parnasi, la quale avrebbe già raggiunto un accordo con il gruppo Pizzarotti di Parma per realizzare insieme le 18 palazzine del business park deprivato però delle torri di Libeskind. Fermo restando l’interesse, già manifestato dalla società emiliana, ad entrare (anche) nella cordata italo-americana che costruirà lo stadio. Intanto, mentre fervono i contatti tra il Campidoglio e i proponenti per mettere a punto gli ultimi dettagli del progetto, l’As Roma corre in Borsa: nel primo giorno di quotazioni post- accordo, il titolo ha chiuso a 46 centesimi, in crescita del 7%.
L’ipotesi allo studio della Giunta sarebbe allora quella di confezionare un atto che modifichi la precedente delibera sulla pubblica utilità, varata dall’amministrazione Marino. Chiaro l’obbiettivo: mantenere in vita l’attuale conferenza dei servizi, per accorciare i tempi. Perciò i proponenti chiederanno, entro la scadenza del 3 marzo, un mese di proroga, così da consentire il passaggio della nuova delibera in assemblea capitolina. Al netto però delle perplessità subito espresse dalla Regione Lazio: se una sola delle infrastrutture programmate dovesse saltare, l’iter potrebbe ricominciare tutto daccapo. Pure per questo, per verificare le procedure ed evitare sorprese, sono previsti incontri fra l’avvocatura capitolina e quella regionale.
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