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Bufera su Palazzi, voci di dimissioni. Petrucci lo difende: basta attacchi

(La Repubblica – F. Bianchi/M. Pinci) – La Juventus scontenta attacca, la Figc risponde con un accanito silenzio mentre frana il sistema giuridico sportivo.

Redazione

(La Repubblica - F. Bianchi/M. Pinci) - La Juventus scontenta attacca, la Figc risponde con un accanito silenzio mentre frana il sistema giuridico sportivo. E il Coni, arbitro in pectore della questione, scende in campo. «Basta con questi attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva», si fa sentire il presidente dello sport italiano Gianni Petrucci. Una presa di posizione forte, che arriva al culmine di due giorni di dure repliche di matrice juventina alle sentenze della Corte di Giustizia Federale. E che spingono Petrucci a invadere il campo della partita in cui il Coni era rimasto spettatore fino a oggi. Per dire basta a modi ed «esibizioni muscolari ». Con le sentenze è tornato d’attualità il ruolo del procuratore Palazzi. Una nuova picconata al suo lavoro viene proprio da quell’alone di illecito con cui la Corte Federale avvolge l’omessa denuncia per Albinoleffe- Siena contestata dalla procura a Conte. Picconata forse decisiva: nelle ultime ore serpeggia l’indiscrezione di una bufera che potrebbe portare alle dimissioni di Palazzi, sfiduciato da Abete: agnello sacrificale del gigantesco flop processuale, a partire dal patteggiamento- bufala poi rigettato a Conte.

«Sembra che l’unico colpevole di questo calcio scommesse sia Palazzi e non chi ha commesso illeciti», la dice Petrucci. Troppo forte l’impulso a prendere posizione per il Coni. Soprattutto dopo aver assistito allo sfogo furente di Conte nei confronti degli organi della giustizia sportiva. Il secondo dopo quello del presi- dente Andrea Agnelli. Ma è l’unica risposta alla violenta raffica di accuse piovute da Torino, occupa il vuoto lasciato dal gelido silenzio del presidente Abete. Petrucci ha voluto esporsi direttamente per condannare i metodi della Juventus, quelle «esibizioni muscolari che mostrano il lato peggiore di uno sport che non merita mortificazioni». Un modo, anche, per allentare quella pressione indebita che le parole di Andrea Agnelli («Confido negli organi del Coni») avevano messo sul Tnas, in vista delle prossime decisioni su cui dovrà pronunciarsi. Il fronte è aperto.