rassegna stampa roma

Andreazzoli: “Farò il tifo per Luciano, da lì sono fuggiti tutti”

L'ex tecnico giallorosso: "Garcia ha fatto 2 secondi posti, il record di 10 vittorie. Prima era Napoleone, poi lo hanno trattato come un deficiente"

Redazione

"La seconda volta di Spalletti a Roma è stata più difficile: ha preso una squadra in difficoltà, l’ha messa a posto subito, ha fatto risultati, che sono ciò che guardano i presidenti, e un calcio importante. L’indice di difficoltà, per tanti motivi, l’ultima volta era più alto. E non c'entra niente Totti" dice Aurelio Andreazzoli, sette anni e mezzo da braccio destro di Luciano Spalletti, dodici a Roma, intervistato da Matteo Pinci per La Repubblica.

Molti la ricordano solo per la finale persa con la Lazio…

"Mi hanno massacrato perché noi abbiamo preso un palo e loro hanno segnato su una mezza smanacciata di Lobont. Una partita orrenda, giocata male da tutte e due. Ma nessuno ricorda i miei numeri sulla panchina: la miglior difesa dopo la Juve, presi la squadra 9 punti dietro alla Lazio e le arrivammo davanti, inventai Pjanic regista, battemmo i bianconeri e creai un team che è ancora in prima squadra. Ma quello di Roma è un ambiente privo di capacità di valutazione".

Più o meno il motivo che ha fatto fuggire Spalletti, no?

"Le cose nascono con entusiasmo, poi le situazioni le deteriorano. A Roma hanno cambiato 13 allenatori in 13 stagioni. Se scappano tutti c’è qualcosa che non va. Ranieri, Zeman, Luis Enrique, Spalletti: mica gente scarsa. Non c’è oggettività nel pesare il lavoro. E gli elogi sono peggio delle critiche. Ti stendono i tappeti rossi dopo due partite: ti invitano a cena, ti chiama il politico, perdi la misura. Ci hanno provato anche con me".

Lei ha assistito anche all’esonero di Garcia…

"Rudi ha fatto 2 secondi posti, il record di 10 vittorie. Prima era Napoleone, poi lo hanno trattato come un deficiente. Vi sembra normale?".

Ora c’è Di Francesco: dicono sia troppo buono…

"Lo dicevano anche di me: se sei amico di tutti dicono che sei un coglione. Invece sei solo uno che fa rispettare le regole: sembravo senza polso perché abbracciavo i calciatori, ma quando li strigli le telecamere non ci sono".

Tra Di Francesco e Spalletti?

"A Eusebio voglio bene, ma con Luciano sono più amico. Nel 2009 sembrava un rapporto finito, quando è tornato invece è ripartito alla grande, con risultati oltre le aspettative. Oggi tiferò Roma. Ma anche per Spalletti: scrivetelo, che è permaloso e sennò ci resta male".